venerdì 1 aprile 2011

scudo plurisecolare fasullo.

Che poi, alla fine, non è che ci sia granchè da dire. Mi spiego: voglio dire che, in fin dei conti, risulta improbabile, in un contesto di comunicazione non verbale, mediata dall'etere, nonostante l'enorme risonanza mediatica, che a mio avviso rimane, comunque, limitata a un ristretto numero di utenti, rispettosamente parlando. Chiarisco quest'ultimo concetto: intendo, con queste affermazioni, che premetto essere puramente soggettive, nonchè personali, dell'autore, che comunque non si prenderebbe carico delle responsabilità derivanti da ciò che afferma, dicevo, con queste affermazioni intendo sostenere la tesi, già ampiamente discussa da Wertheimer nel celebre articolo Aria fritta e altre pietanze, secondo la quale, prendendo cautamente distanze da ogni possibile deriva anarcoinsurrezionalista, rimanendo legati a un sostrato socio-psico-logo-pseudopedagogico innegabile e storicamente troppo rilevante per essere "escluso dalla dissertazione", per citare il Iovinari, risulta superficiale. Banalizzando: sempre più ci rimane, tra le varie opportunità che nella vita, generalmente intesa come "non morte",  ci si pongono di fronte e di dietro, la possibilità di, tralasciando sacche di speranza teologica ridondanti, celebrare il proprio genio, secondo l'accezione diversificata, non massimizzata, per la quale, alla fine, non ci rimane che piangere.
di seguito, un documentario che ci pare riassumere, a grandi linee, ma nella sostanza, le tesi sostenute in questo articolo:





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