La luce filtra bassa tra i rami d'abete, ormai. Le chiome rilucono d'arancio, incorniciando tutto ciò che contengono, un dorato barocco, fine seicento. Dentro, sempre più scuro, omogeneo. Il manto di foglie morte umide, prima chiaro e distinto, si scioglie allo sguardo perdendo la trama, rimane solo il rumore a ricordarne la natura vegetale. Il rumore, s'intende, che fanno le foglie calpestate. Sotto le chiome arancio-dorate degli abeti il tappeto scuro; i tronchi invece evidenti e definiti, sterminati alla vista, compongono il quadro dell'orizzonte. Una distesa infinita di tronchi d'abete e bassi cespugli e roveti. E l'immane silenzio, quello della vita senza l'uomo, fatto di lamenti animali sommessi e un perenne indistinto fruscio, non solo del fogliame al vento. Tace l'intera umanità, finalmente. Sorrido, ma dentro. Se non c'è altro corpo d'umano che il mio, non ha senso esternare i sentimenti; il mondo sa che sorrido, senza bisogno di stirare le labbra. Ho la testa poggiata su un pietrone, residuo di fiume primitivo, ora asciutto. Sento ogni parte del corpo a contatto con il suolo, sorretto da questa forza invisibile che sola può fermare la gravità. La consapevolezza dello smarrimento mi conforta. Essere in un luogo indefinito significa essere ovunque. Questo bosco umido è il pianeta intero. L'assenza totale di qualsiasi forma di cognizione spaziale stimola la sensazione di essermi spinto non lungo la superficie terrestre, ma sotto, in profondità: nell'essenza stessa della Natura. Perdersi è un'impresa ardua. Non basta non sapere dove andare, perdere i punti di riferimento. È necessario dimenticarsi. Dimenticare se stessi. E ritrovarsi dopo aver vagato inconsci. Riprendere conoscenza nelle profondità della terra, in mezzo a un bosco. Perdersi è rincontrarsi altrove.
Nella vita come l'ha concepita la civiltà occidentale, morire non è un momento personale, privato, di ognuno di noi. La morte coinvolge e sconvolge il pubblico, lontano e vicino. Bisogna chiudere i conti con l'umanità. Divisione dei beni, ultime parole, cercare di lasciare un messaggio, non lasciare il prossimo con un senso di abbandono e solitudine. E il pubblico deve prendersi cura della salma, con i funerali e tutto il resto. Ci si ricorda di essere vivi solo davanti alla morte. E non si può decidere di morire senza una buona ragione. La fine della vita deve essere ragionevole, inserita in un contesto di buonsenso. Nell'antichità, gli indiani d'America al primo sentore di morte, lasciavano ogni cosa per ritirarsi, lontano da tutti, a far scorrere via le ultime ore. Ho fatto un bilancio della mia vita. Su cento elementi analizzati, solo 25 erano positivi. Leggere: 75% di vicinanza alla morte.
Per arrivare a sdraiarmi su questo letto scuro, il capo sostenuto da una roccia accogliente, ho dovuto coprire le mie tracce, non dare a nessuno l'idea di partenza. Sparire senza lasciare traccia nel minor tempo possibile. Sparire significa esserci e poi non più, sempre nello stesso luogo. Quindi lo spostamento deve essere invisibile agli altri. Ieri sera ero in casa, stamattina non ci sono più. Nessuna prova di movimento: sparizione.
Sorrido. L'odore del bosco si fa sempre più intenso con l'avanzare delle ombre sul suolo. Più scende il sole, più salgono i profumi stimolati dall'umidità. Ho camminato tanto per perdermi. Dopo essermi ritrovato, in un luogo ormai fuori dalla toponomastica convenzionale, ho camminato ancora a lungo, per convincermi di essere completamente solo. Ora, sdraiato da poco sul mio naturale letto di morte aspetto il freddo. In montagna la natura è puntuale. Sparito il sole, il freddo arriva rapido e intenso, senza esitare. Guardando sereno le chiome del bosco, trafitte qua e là dagli ultimi raggi, sono un fiero capo indiano.
in risposta ad Asgard, lui sa di cosa parlo.
RispondiEliminabeh e di cosa parli?
RispondiElimina"Cercò la sua solita paura della morte e non la trovò.Dov'è?Ma che morte?Non c'era più paura perchè non c'era più morte.
RispondiElimina...
-é finito!-Disse qualcuno.
Egli udì questa parola e se la ripetè nell'anima.
"Finita la morte,-si disse-Non c'è più,la morte".
L.N.T."La morte di Ivan Il'ic"
Bellissimo post,ci voleva una citazione
Fede
grazie fede ! orso apprezzerà sicuramente !
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