Stasera sono finito a una festa. Appena fuori Milano, spazio enorme e bellissimo, musica non sempre all'altezza, ma decorosa, cocktail a prezzi umani, workshop con legnetti legni travi con chiodi martelli eccetera per costruire le cose; carte in regola per grande festa con moltissima gente. E invece eravamo in sei sette, conta il gatto otto. Fallimento totale per gli organizzatori, noia mortale per i pochi avventori.
Eppure, mi sono trovato a fumare la centoventisima sigaretta sul prato a pensare che c'era del coraggio in tutto quello. I ragazzi avevano puntato in alto, troppo, ma avevano avuto coraggio e quindi si portano a casa, magra consolazione per l'EPIC FAIL, tutta la mia stima.
Il coraggio è una dote rarissima, non solo tra gli organizzatori di eventi. Ci vuole coraggio per cambiare le carte in tavola e costruirsi una vita nuova; ci vuole coraggio per guardarsi dentro; ci vuole coraggio per dire a un amico che non lo si vuole tra i piedi; ci vuole coraggio per commentare un post e scrivere un nome, anche pseudonimo.
E sempre pù spesso mi guardo intorno e vedo bugie, sotterfugi per non dire o affrontare la verità, per continuare a guardarsi sereni anche quando ci sarebbe molto da dirsi; commenti ai post da parte di anonimi.
Allora basta: sono stanco delle cazzate.
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