Avrei potuto inziare parlando dei sorrisi sulle facce della gente; avrei potuto, poi, insistere sulla comunione di intenti che ha riempito ieri piazza Duomo, giovani e anziani, donne e uomini, tutti con la stessa voglia di una Milano diversa. Avrei potuto mettere una foto con l'enorme arcobaleno che coronava il Duomo, mentre in cinquantamila eravamo disposti a prenderci il diluvio sulle teste, solo per essere lì. Si potrebbe parlare per pagine e pagine di tutti i musicisti e artisti che, gratis, sono saliti su quel palco a parlare, cantare, sperare. Oppure si sarebbe potuto fare un discorso approfondito sul perché eravamo lì e su come Giuliano Pisapia sia riuscito a farsi amare da un'enorme fetta di questa città dai sentimenti atrofizzati. Tutto questo avrei potuto scrivere, commentare, riflettere in questo post, ma l'unica cosa che ho voglia di dire, il giorno prima delle elezioni più importanti da più di dieci anni, è che stamattina, tirando su le tapparelle e guardando fuori, ho visto una città nuova. Stamattina guardando le strade di Milano mi sono emozionato. Io ci credo.
Domani andiamo tutti a votare, ognuno per sé, portandosi nel cuore le proprie speranze e i propri sogni, convinti che questa volta, voto per voto, seggio per seggio, prenderemo Milano.
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