domenica 29 maggio 2011

PERSONAL STATEMENT

Non sono un esperto di calcio. Non ritengo fondamentale per la mia crescita in quanto uomo conoscere tutte le formazioni della serie A dal '67 ad oggi. Mi irritano profondamente le infinite discussioni della domenica sera, le speculazioni sullo sport e, su tutto, l'enorme spazio che il calcio si è preso nella nostra vita. Date queste premesse, però, amo il tifo. Il calcio è uno sport meraviglioso, fatto di persone che amano e seguono la propria squadra e il tifo è puramente l'espressione del loro, del nostro, amore per l'erba dello stadio, per le partite col fiato sospeso, per i rigori non dati e quelli regalati. Tifare è sano, catartico.
Sono sempre stato un tifoso milanista, fin da piccolo, nonostante le parentele nerazzurre. Per quanto mi riguarda, i colori di Milano sono due e sono quelli che sventolano fuori dai balconi di questa città, dalla coda del cavallo in piazza Duomo, quelli che hanno riempito le strade poche settimane fa. Questo non cambierà mai.
Oggi, entro ufficialmente in sciopero calcistico. Non posso più tollerare che la maglia che amo sia posseduta da uno degli esseri umani peggiori che il nostro paese abbia mai visto. Questa non è una scelta politica, è una scelta umana. Non posso più pensare di sostenere la mia squadra senza sentirmi moralmente responsabile di fronte alla mia coscienza. Chiunque sostenga che il calcio non ha niente a che fare con la vita quotidiana, con la vita pubblica, è un ipocrita. Il calcio è una parte importante della vita di questo paese. Fa parte della nostra tradizione, tifare una squadra piuttosto che un'altra è un segno distintivo di chi siamo. Lo usiamo spesso per descriverci: "sono X, italiano, studente e juventino" "ciao, mi chiamo Y, vengo da Roma, ho trent'anni; lavoro come architetto e sono romanista". Fa parte di noi.
Come essere umano non posso più accettare che il presidente della mia squadra, e quindi il MIO presidente, sia Silvio Berlusconi. Non perché sono un uomo di sinistra, ma perché rappresenta tutto ciò che nella mia vita cerco di combattere. Se il padrone della vostra squadra, quella per cui piangete, per cui soffrite, i cui colori sono gli unici che indossate il giorno della partita, se a pagare i vostri campioni fosse un pluricriminale, mafioso, puttaniere, continuereste a portare con orgoglio i vostri colori? Se sapeste che ogni pantofola con lo scudo, ogni maglia, ogni spilla, ogni fottuto biglietto per lo stadio che comprate andasse a ingrossare il portafogli di una persona del genere, cosa fareste?
Io, oggi, smetto di tifare Milan. Non esulterò mai per un gol fatto dagli interisti, ogni loro vittoria sarà comunque una mia sconfitta. Ogni rete rossonera mi farà vibrare segretamente di emozione, ma come milanista io mi sento derubato del diritto a tifare liberamente. Finchè Silvio Berlusconi sarà il presidente, io non indosserò più una maglia rossonera, non andrò allo stadio, nè scenderò in piazza a gridare la mia gioia al prossimo derby.
Viva il Milan, viva il calcio, viva l'Italia.

4 commenti:

  1. nel tuo mutismo da ora ricorda: milan merda. MIlano siamo noi, e vi, sempre piu, fate schifo, e ridere. Merde, con La B maiuscola.

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  2. Mmmmmm...mi sorge spontanea una domanda..siccome Berlusconi e' presidente del Milan da 25 anni, come mai solo ora questo tuo outing?

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  3. è anche presidente del consiglio dell'italia.. non per questo uno deve smettere di sentirsi italiano..

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  4. è diverso, simo, su....

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