C'erano tantissime persone ieri agli Arcimbolidi, c'era Capossela, il nostro capitano, che cantava e mentre cantava tutti erano felici, poi parlava, lui parla sempre tantissimo e ha cominciato piano dicendo che non si lavava, poi cantava l'uomo vivo e tutti erano in piedi e al posto delle parole della canzone cantava andate a votare, e cantava forte Pisapia e tutti si alzavano in piedi e poi urlava fortissimo da Milano deve partire la rivoluzione e io ero felicissimo che quasi piangevo ma poi pensavo che stava esagerando che la gente magari era cattiva che non avrebbe capito ma poi ho visto che tutti cantavano ed erano felici anche loro e molti piangevano allora anche io piangevo sempre più felice, felice politicamente, che non mi era mai capitato e dentro di me ma anche fuori mi dicevo dai che stavolta siamo tanti.
E io mi immaginavo che lui salutasse uno per uno tutti che eravamo così vicini a lui, anche se lontani, perché gli Arcimboldi sono grandi e quando avevo comprato il biglietto pensavo di essere vicino, invece ero lontanissimo e pensavo anche che ci avrebbe ringraziato per essere arrivati di corsa dalle piccole dolomiti tanto che eravamo tutti la stessa cosa. E quando pensavo ai cartelloni quelli bianchi con scritto che se vince Pisapia milano diventa zingaropoli che mi incazzavano e lui come se mi avesse letto nel pensiero mentre cantava solo mia, mi ha detto che la cantava perché era una canzone zingara e io non ci credevo e mi giravo verso fratello che anche lui aveva sentito questa cosa, e che io non ci potevo credere che parlava di Triboniano, e di parole che mi avevi detto e allora tutti i miei pezzi si stingevano con il ricordo degli abbracci stretti di una volta, e non sapevo cosa dire e come dirlo e allora l'ho scritto.
A costo di non lavarmi più, cosa che mi risulta alquanto facile sono disposto a impegnarmi con tutte le mie forze per ottenere un risultato che non pensavo concreto.
E per non rompere troppo le balle con Binicio, e per dimostrarvi che non è il solo ecco qui
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