Alle porte del secolo scorso, nella provincia di Terni, vicino ad Orvieto, nasce Riccardo Maria Gandini. Padre agronomo e madre sarta, cresce circondato d'affetto e di attenzioni in un contesto di rigogliosa natura. L'amore per gli animali, l'anatra in particolare, ma anche piccoli roditori e tacchini tra i suoi preferiti, lo porta a trascorrere interminabili giornate a girovagare per i campi alla ricerca di un profondo e reale legame con il Creato.1 Famose le “tre giornate nel fiume” raccontate dal suo biografo ufficiale, padre Rosberg, il quale narra dei tre giorni trascorsi dal Nostro a osservare la vita di una rana (nel 1905 il piccolo Riccardo ha solo quattro anni).2
La tragica scomparsa del padre nel 1906 segna una svolta nella vita del giovanissimo Gandini, uno strappo che per l'intera sua vita cercherà di ricucire, sempre senza successo. Tra il 1907 e il 1914 si applica con successo negli studi elementari e medi, brillando per acutezza d'ingegno e bella calligrafia. Di questo periodo è utile ricordare solamente la fine del rapporto con la madre a causa di un diverbio sull'uso del gambo di sedano nel minestrone umbro.3
Allo scoppio della guerra il giovane Gandini ha appena tredici anni. L'Italia temporeggia, dichiarandosi neutrale. Questa mancanza di presa di posizione spinge il suo animo inquieto a prendere un posizione netta, anticipando e spiazzando i suoi compagni della terza E. Molte le testimonianze raccolte da Rosberg tra gli studenti della classe del G., rimandiamo al testo citato per ulteriori informazioni. Lasciata Orvieto, si dirige in Gran Bretagna, dove i suoi ideali liberali e democratici lo spingono con forza. Con sé porta solamente qualche cambio d'abiti e le opere del Cavalcanti, grande ispiratore nei momenti di difficoltà.4
in soli due mesi giunge nel nord della Francia, pronto a imbarcarsi alla volta di Dover. L'incontro con sir Alfons Maxwell III è stato definito “il più importante confronto fra uomini d'inizio secolo”5.
L'ottantenne duca inglese non rimane insensibile al fascino di questo giovane uomo italiano e senza esitazioni, dopo una cordiale gara di whisky al porto, lo prende con sé a bordo della Ulysses.
Dieci anni passarono in mare, cercando, senza mai incontrarla, la guerra. Dieci lunghissimi anni, durante i quali Riccardo Maria Gandini scoprì di soffrire il mal di mare e sviluppò quello che poi sarà uno dei cardini del suo pensiero: l'odio per gli anziani.
Al decimo anno di navigazione, grazie al suo proverbiale acume, Gandini viene a sapere della fine della guerra. Siamo nel 1925, la notizia di una nave lasciata in fiamme nei mari del Nord fa il giro d'Europa. Inizia il faticoso ritorno verso Orvieto.
I cambiamenti che trova sulla via del ritorno lo trovano impreparato. Le voci che corrono in Francia sull'Italia lo lasciano inquieto e preoccupato per le sorti dei canneti dell'Agro Pontino. Ed è in questo momento che ancora una volta è il cuore a prendere il sopravvento: il primo di una lunga serie di infarti. Lunga fu la convalescenza, nonostante la tempra del venticinquenne Riccardo Maria. Lunga ma fondamentale. Fu certamente al sanatorio di Versailles che G. iniziò il primo dei suoi celebri saggi sugli effetti degli applausi sull'apparato uditivo degli ultrasettantenni (raccolti con il nome di Contro gli anziani, edito da Bulgarini nel 1998). Non solo lavoro, ma anche amore conobbe in malattia. L'incontro con Angelique Marinette, che sposerà nel 1928, avviene proprio in quelle circostanze, essendo lei infermiera presso la struttura che ospitava il nostro convalescente.6
Tra il 1929, primo anno di matrimonio e di lavoro come designer presso un'azienda leader nel campo degli aquiloni, e il 1946 le tracce di Gandini si perdono misteriosamente. Possiamo seguirne a grandi linee gli sviluppi grazie ai contributi lasciati da chi lo amava e dai suoi conoscenti. Sulla fine del rapporto con sua moglie è preziosa la testimonianza della donna stessa, che in una lunga intervista pubblicata poi con l'ironico titolo Ti odio bastardo confida di aver deciso di lasciarlo seguire la sua spinta alla libertà, rimanendogli comunque fedele nella certezza del suo ritorno.
Riappare nel 1947, ricchissimo. Non è dato sapere con esattezza come abbia trascorso gli anni della seconda guerra. Sicuramente il suo passaggio nella moderna e intellettuale Berlino è confermato da numerose testimonianze; oramai accertato dagli storici, in particolare Rosberg, qualche mese di permanenza nella misteriosa Africa Nord-orientale. Ancora, intorno al 1940, sarebbe a Parigi, in qualità di esperto d'arte, ma questa affermazione è incerta. Verso il 1944/1945 New York parrebbe essere una meta privilegiata dei suoi viaggi, ma i biglietti navali sono gelosamente custoditi dalla CIA, di modo che è possibile fare solo congetture e niente più sulle sue attività.7
L'enorme fortuna, faticosamente guadagnata in quegli anni di crisi e stenti, ci confermano le sue innate capacità imprenditoriali, dimostrate poi con la nascita della fortunata impresa import-export oltre cortina, attiva anche dopo la sua morte fino al 1989.
Sono anni di felicità, in cui G. si dedica non solo al lavoro, ma anche e soprattutto alle sue passioni. Nella villa di Calais un imponente zoo conferma la sua linea ambientalista, mentre l'ammirazione e il rispetto per le belle arti sono testimoniate dalla vasta collezione di quadri impressionisti e non solo, generosamente affidate a esposizioni temporanee in tutto il globo. I tre figli (Riccardo Junior, Maria e Ricky) avuti dalla seconda moglie Ana Von Freischen, , crescono in un ambiente sereno e controllato. L'amore del padre per loro è costantemente dimostrato dalla presenza delle otto balie, che teneramente ne fanno le veci.
Uomo stimato dalla comunità internazionale, amato e rispettato non per la sua autorità, ma bensì per la sua autorevolezza, trascorre gli ultimi anni della sua vita in serenità. Qualche infarto non gli impedisce di intraprendere una spedizione in Amazzonia, con l'intento di studiare il terreno per verificare se un suo progetto di valorizzazione dei terreni ostili sia effettivamente attuabile.8
Pochi giorni prima di ricevere l'approvazione del Governo brasiliano, Riccardo Maria Gandini si spegne nella sua stanza d'albergo a soli sessantasei anni. I tentativi, di certa stampa politicizzata, nel '67 già in pieno sviluppo, di screditarlo, facendo illazioni su presunte dosi di cocaina che sarebbero state rinvenute in stanza e su un fantomatico referto del medico legale, sono cadute inascoltate. È evidente che sarebbe stato impossibile far sparire prove di questo peso e pare anche superfluo sottolineare come la giovane amica di Gandini, che qualcuno vorrebbe in stanza con lui quella sera, risulti dalla sua stessa testimonianza da tutt'altra parte.9
Rimane però il vuoto, incolmato e incolmabile, lasciato dalla scomparsa di un uomo raro, di grande cuore e enorme spessore intellettuale. Una persona grande, economicamente e socialmente importante, presente e attento in ogni suo aspetto, amante delle arti e della musica in particolare. Così, vorremo chiudere questa brevissima seppur oggettiva biografia con uno dei brani da lui più amati
1Sul rapporto tra il G. e la natura: Fiesolani, Flora, fauna e Gandini, Ostia, 1973, EDT, pp. 456; Rosberg, Gandini. Vita breve di un italiano, Orvieto, 1980, Il Saggiatore, cap. IV, pag 124-158.
3Sull'uso del sedano cfr. Tuscolo, Il sedano nella cucina mediterranea, 1924; Gandini, De Accium. Storia vegetale. 1943. sul rapporto con la madre, rimandiamo a Freud, sicuramente ispirato dall'amico G.
6Sul rapporto tra Riccardo e Angelique cfr. Marinette, Ti odio bastardo, 1931 e Rosberg, Come il vento tra le canne. Amore in Gandini, 1982, Il Saggiatore pp 324.
7Sui documenti raccolti dagli storici a riguardo, si invita alla lettura di Rosberg, Apologia di Gandini, 1986 e Wusten, Donazioni e Mecenatismo nella crescita delle collezioni d'arte post '45, 1965; meno affidabile, ma qui riportato per completezza d'informazione, Ferri, Sciacallaggio e Opportunismo nella presa di Parigi, 1954
8I disegni e gli appunti sul progetto Brasilia 2 sono reperibili presso la Fondazione Gandini di Viterbo
9Sul piano eversivo messo in atto prima dalla polizia brasiliana, poi da certa stampa crf. Canton, Je Defende, 1969; Rosberg, non ci sono prove, 1981. Per informazioni sui movimenti sovversivi degli anni 70-80 vedi Giorgio Almirante, I comunisti.
Genio!
RispondiElimina(detto alla Ferretti)
Sempre Genio!
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