Ti
ho portato con me,
anche
dove non avrei dovuto, anche quando sapevo che non mi saresti servito.
Sei
stato con me al freddo, illuminato solo da candele
dai
freddi neon
delle
bibblioteche
da
alogene
di
case,
macchine,
macchine,
dal sole
su muretti, rifugi e spiagge.
su muretti, rifugi e spiagge.
Sei
stato con me quando i giorni diventano lunghi e
per
illuminarti bastava la luce.
Ti
ho sudato,
solcato,
graffiato,
ti
ho strappato.
Ti
ho poggiato su vetri unti,
tavoli
di legno,
di acciaio,
di acciaio,
tra
cuscini e leggii,
sull'erba
e tra le mie gambe.
Ti
ho piegato, aperto e ripiegato
Ti
sei intruso negli zaini come compagno di mutande, magliette e
moschettoni
corde
e imbraghi, giacevi inutilizzato.
Ti
temevo,
ti
rispettavo,
mi servivi.
mi servivi.
Ti
ho piegato, aperto e ripiegato
senza
capirti,
ti
ho fissato.
Ti
ho sporcato
di
caffè, cioccolato, briciole e succhi vari,
ti
ho asciugato e tamponato per non farti stropicciare,
e
nonostante queste cure te ne sei sempre fregato.
Ma
ti ho passato e adesso non mi cacherai più il cazzo,
perchè
ho capito cosa sei, sei solo un libro, niente più che
un
libro arancione.