giovedì 9 giugno 2011

Non capirsi (Scapirsi)

e allora lei gli dice – David sono stra felice che tu sia venuto- stesso tono con cui avrebbe potuto dire, ieri ho mangiato uno spezzatino di cane.
- E' questo il problema tu parli, parli, ma alla fine le idee che percepiscono gli altri sono diverse. Fraintendersi, tutti errori di comunicazione.- -Ma smettila, che queste parole sono pari pari a quelle di quel filosofo...- Il rumore della batteria impediva di parlarsi, ma questo non mi importa quello che parlava mi stava sul cazzo. O forse era il suo amico, quello che lanciava le palle per aria. Ma dove sono finito? Fuori nevica, non posso fumare. Se no poi mi viene il cagotto. La biondina sciapa, continua ad ancheggiare. Più di un ballo una tortura. Per favore fermatela. Mi avvicino le allungo una birra, niente continua a scodinzolare. Mi giro, ma quando cazzo arriva, aveva detto alle 10. Per non aspettarlo suono alle 11. Drinnn. Salgo, umanità discutibile. Di te nemmeno una foto. E per fortuna che le dovevi conoscere queste intubate. Provo a contare le piastrelle, calcolo a mente le dimensioni di un metro quadrato, conto quante persone ci vogliono per sfondare il pavimento. Troppe. Un tipo mi guarda fisso, o forse è in fissa. Mi avvicino. -Ciao, schifo di festa eh?- -Si hai ragione peccato che sia della mia ragazza.- Dove mi muovo rompo
Si rideva e si fumava, poi siamo usciti, ho preso un cappello e un bastone, ho allacciato il kilt – Guarda che bisogna metterlo senza le mutande.- poi mi porti tu allo stivale e siamo usciti. Le chitarre dei grandi animali marini chitarravano. Noi facevamo ballare i sedili. Mosconi che rimbalzano contro il vetro. -Che è sta lagna, cambia, che mi addormento.- -non capisci un cazzo- la strada è piena di neve le ruote divorano la poltiglia scivolando pericolosamente. -ma riesci a non prendere tutte le buche?- - Rock 'n roll fratello!- - e stai in strada, coglione.- dita alzano il volume per non sentire le bestemmie. - e i conoscenti morti negli incidenti, e conoscenti morti negli incidenti,negli incidenti ,morti.-
Di nuovo a casa arrivo giusto in tempo per il porno-teatrino in cucina.
-Ad Edimburgo ho imparato una cosa, se è duro poi viene.-
-Non ti preoccupare appena ho finito ti do da leccare la frusta.-
Grazie non avrei saputo fare di meglio. Anni e anni di corteggiamento per poi ridursi così. In cucina con un erezione.

che poi nei miei sogni è tutto diverso.

Come quando mi dissi che non dovevo per forza rinominare le tue playlist iniziando con la lettera maiuscola.
Plin. Mi arrivava questa e mail che poi non era una ma erano tante, tutte non lette e io le scorrevo, scendevo ed erano tantissime quelle che non avevo letto. Ed erano in grassetto nero. E io le aprivo una ad una con il cuore che picchiava in gola. Avevano oggetti strani, tipo Ottobre psicopatico: no le pilloline non mi aiuteranno oppure carattere che morde dagli occhi viola. Ma noi non ci conoscevamo, mi mandavi delle mail ad un indirizzo che non aveva il mio nome ma un nome infantile da imbecille fricklochic. E mi dicevi -le tue parole sono chiare e pulite- e io sapevo che avevi letto le mie cose ed ero felice che ti fossero piaciute. E non sapendo che ero io ti innamoravi delle mie parole piene di grazia. Ripensavi a quella palla che ti cresceva dentro, quella di cui potevi togliere solo la buccia. E invece questa volta le tue unghie cortissime grattavano via la buccia e poi scavavano in fretta la polpa per arrivare al nocciolo. E ti ricordi quando ti indicavo con il mio naso grossissimo le parti della tua faccia e tu mi dicevi il nome, e le sapevi tutte, ed eri brava. E poi io dicevo parole tipo pterodattilo o pennuto o pusillipa solo per sputacchiarti in faccia. E ridevamo insieme e forse anche da un po' da soli.


Come si nota benissimo nella foto non si tratta di fumo bianco che esce dal camino ma di una nuvola, che esce dal camino. A volte quello che non si capisce non lo si capisce e basta.



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