lunedì 6 giugno 2011

yo man, get your shit together, man.

Avevo undici anni, un bambino senza esperienza, indifeso, educato dai dischi di mamma&papà: tanta classica, album generazionali anni settanta e ottanta, da "discoteca essenziale repubblica-espresso", Dylan, Queen, Beatles, no Rolling Stones, sì de Andrè, eccetera. Avevo undici anni, era il duemila, e comprai il secondo album della mia vita: "Parachutes", consigliato dal papà di un amico. Amore. Alle mie orecchie inesperte sembrava musica vera, musica mia, per la prima volta dopo i cd dei genitori un mio disco, la mia vibrazione. Due anni dopo, " a rush of blood to the head": promessa di amore eterno e incondizionato. Viva i Coldplay!
Superato X&Y, che aveva confermato il trend positivo, si era arrivati nel 2008 a Viva la vida. Ok, Brian Eno, d'accordo, ma i cori da stadio anche no. Qualche bel pezzo, ma qualcosa era già cambiato. Non era più vero amore. Troppo spesso insofferente, poco attento, sicuramente un po' annoiato.

è uscito il nuovo singolo del prossimo album. Si commenta da solo. Wave da house music da discoteca di provincia, di quelle con i nomi tipo "Coeur", "Le Jardin" o "Milù", arrangiamenti degni del più bieco producer di musicisti del calibro di Kid Cudi, Eamon e amici di Mtv Music Awards.
Qui non si tratta più di spocchia musicale da snob, stiamo parlando di buon gusto, stiamo parlando di musica, cazzo. Ai vecchi amori si può perdonare tutto e io ho intenzione di regalare al buon Chris & Friends il benificio del dubbio, nella speranza che il singolo sia stato scelto per sbaglio dopo una serata andata male e in doposbronza mortale. Se il resto dell'album è come questo, tanto vale comprarsi il confanetto di Rihanna.




per approfondire, consiglio questo post, un po' troppo gentile, ma intelligente.
li vogliamo ricordare così:
peace

Nessun commento:

Posta un commento