martedì 28 giugno 2011

Sotto coperta

Non confondere mai vertigini e sangue”

sono ore che ti rigiri nel letto, è tardi per alzarti, è tardi per il caffè è tardi per tutto. E' tardi anche per il ricordo di lei. Non sai se è notte o giorno, sai che è sbagliato, non sapere nemmeno se la luce che striscia sotto la tenda sia alba o tramonto. Hai il suo nome tatuato è per questo che fa tanto male, te l'ha detto nel sogno. Sei su questo letto da sempre, da quando hai smesso di credere nelle attese. Da quando hai scoperto il silenzio dei tuoi pensieri disordinati, che sono colpi stonati sui tamburi, un po' ti manca il ritmo, ma le tue braccia sono scheletriche ormai non sono capaci di sollevare nemmeno le coperte. Cemento, sei in una bara di cemento, perché sei pazzo e instabile, sei una scoria radioattiva.

domenica 26 giugno 2011

iL NaSo, di Nikolaj Vasil'evič Gogol'


Pur non essendo un divoratore di libri né quindi un lettore accanito, ho sempre provato grande curiosità e interesse per i libri degli scrittori russi.
Mi ricordo che sentii questo racconto di Gogol raccontato da Camilleri, all'interno di un'intervista che gli fece Fabio Volo per la sua trasmissione ItaloSpagnolo che andava su Mtv, e che a me piaceva un botto.
Ad ogni modo rimasi colpito da questo racconto, sia per l'intreccio, fantastico, della trama, sia forse per la capacità narrativa di Camilleri; fatto sta che oggi l'ho trovato finalmente, in un'illuminazione di quelle che si hanno solo la Domenica mattina. 
Io vi consiglio di leggerlo, d'altronde se l'ho postato su NoAut, è chiaro che vorrei che lo leggeste, No?! 

Buona lettura quindi, e buona Domenica



Il 25 marzo a Pietroburgo accadde un avvenimento molto strano. Il barbiere Ivàn Jakovlèviè, abitante sulla Prospettiva Voznesènskij (il suo cognome è andato perduto e nient'altro risulta dalla sua insegna, dov'è raffigurato un signore con una guancia insaponata e c'è la scritta: «Si cava anche sangue»), il barbiere Ivàn Jakovlèviè dunque si svegliò abbastanza presto e sentì odore di panini caldi. Sollevandosi un poco sul letto, vide che sua moglie, una signora abbastanza rispettabile cui piaceva molto bere caffè, sfornava dei panini appena cotti.
«Oggi, Praskòvija Osìpovna, io non prendo il caffè,» disse Ivàn Jakovlèviè, «vorrei invece mangiare del pane caldo con la cipolla.»
(Ossia, Ivàn Jakovlèviè, avrebbe voluto l'uno e l'altro, ma sapeva che era assolutamente impossibile esigere due cose alle volta, perchè Praskòvija Osìpovna non amava per nulla simili capricci.)
«Che questo scemo mangi pure il pane; per me è meglio,» pensò fra sè la consorte, «così resterà una porzione in più di caffè.»
E gettò un panino sul tavolo.
Per decenza Ivàn Jakovlèviè si mise il frac sopra la camicia e, sedutosi a tavola, prese del sale, preparò due teste di cipolla, impugnò il coltello e, assunta un'espressione ispirata, si accinse a tagliare il pane. Tagliato il pane a metà, gettò un'occhiata nel mezzo e, con suo stupore, vide qualcosa che biancheggiava. Ivàn Jakovlèviè la sfrugacchiò cautamente con il coltello e la tastò con un dito:
«Solido?» disse fra sè, «cosa può essere?»
Ficcò dentro le dita e tirò fuori un naso... Ivàn Jakovlèvic si senti cascare le braccia; cominciò a soffregarsi gli occhi e poi tastò di nuovo: un naso, proprio un naso! e per giunta, a quel che sembrava, anche in un certo senso conosciuto. Lo spavento si dipinse sulla faccia di Ivàn Jakovlèviè. Ma questo spavento era niente in confronto all'indignazione che s'impadronì di sua moglie.

venerdì 24 giugno 2011

Un'altra storia

- Ah cristo santo! -
Come sempre il sangue è più lento dei pensieri. Una cosa senza giustizia né senso, esattamente come quel fottuto sasso nascosto tra le foglie su cui sono appena caduto aprendomi il ginocchio in due parti asimmetriche come la mia faccia disarmonica senza una volontà razionale, mia madre deve avermi fatto senza troppo amore, non lo saprò mai e dicendola tutta non mi interessa granchè. Fa freddo adesso e non so cosa cazzo mi sia venuto in mente di prendere questo sentiero e lasciare gli altri io e le miei manie di grandezza. Chiamatemi Friedrich. Quando stanotte morirò assiderato vorrei che fosse questo il nome sulla lapide non di certo Giampaolo. È un nome da perdenti ma questa è un'altra storia.

Il vaccino


Ascoltiamo un brano di questo (semi) nuovo gruppo indie inglese, i VACCINES. Alcuni critici dicono che siano l'unica band inglese davvero meritevole d'attenzione al momento, in effetti sono interessanti e qualche novità la portano. I ragazzi londinesi si presentano con una formazione tipicamente indie: Justin Young (vocechitarra) - Arni Hjorvar (basso) - Freddie Cowan (chitarra) e Pete Robertson (batteria). Il loro primo album "What did you expect fro the Vaccines" è un mix tra postpunk-britpop e poprock e subito dopo la sua uscita è entrato al 4° posto delle classifiche UK facendo ulteriormente crescere le aspettative. Il loro businness ticket è già pesante: copertina NME, bibbia della musica inglese, nomination come best new band del 2011.


so. . . let's go 


ah il video è assiurdo

6olu

mercoledì 22 giugno 2011

State sfruttando davvero il Web 2.0?

L'era del 2.0 è iniziata nel 2004 grazie ad una conferenza tenutasi a San Francisco, precisamente in un hotel.

Per Web 2.0 si intende quell'era tecnologia successiva al Web 1.0....

ancora confusi ?

per essere molto chiari e sintetici il Web 1.0 ha introdotto il Double Click, la possibilità di creare pagine web e di inserire link che ti potessero permettere di navigare collegandosi ad ulteriori siti web. In poche parole è nato come un tool più che altro per il mondo del business. Un pò come se fosse stato il primo servizio di Business to Business (B2B) ma che al tempo stesso concedeva anche visibilità a noi consumatori.

Ma è il Web 2.0 la vera rivoluzione informatica e telematica.
Il Web 2.0 si traduce in Flickr, YouTube, Social Platforms, Blogging, ecc..ovvero rivoluzione copernicana ! Il consumatore viene posto al centro dell'universo economico circondato da compagnie, aziende, investimenti, stock exchange, eccetera eccetera.
E cosi noi diventiamo fonte di informazione per le testate giornalistiche (vedi l'importanza di Twitter e altri Real-Time service nella divulgazione della notizia), diventiamo formatori di rivoluzioni (vedi l'importanza dei Social Networks nelle recenti rivoluzioni medio orientali), diventiamo sostenitori politici estremamente attivi (vedi le ultime elezioni regionali italiane).

Insomma abbiamo la facoltà di esprimere ogni singolo pensiero. A costo 0.

Ma voi, lo state davvero utilizzando al massimo il Web 2.0?

Ebbene sì carica colleghi browseranti, mi serve il vostro aiuto. Ancora una volta siete voi il Sole.
Sto scrivendo la mia tesi per concludere il mio Master. Mi dareste una mano?

Cliccando sul titolo dell'articolo verrete catapultati in un test che mi sarà utile come la manna dal cielo per raccogliere preziosi dati.

Grazie amici!

Paura del vuoto

Da sotto


Quando ti svegli fuori è buio. Buio che la luce non si vede proprio, hai dormito malissimo, freddo. Il legno sulle pareti non lo riconsci, di sicuro non è casa tua, forse sei stato drogato e legato e portato lontano dove nessuno ti troverà mai. Per adesso però ti accontenti di non pisciarti addosso, che è anche l'unica cosa che ti fa svegliare. Sei già mezzo fuori dal saccoapelo, chissà che inculata volevano farti questa volta i tuoi sogni. Non è come andare a scuola, sei subito sveglio e lucido, intronato incazzato ma lucido. Almeno questo è quello che ti dici. In bocca ai una felpa, colpa del tuo naso, di cui fai a meno per dormire. Le cose che devi fare sono tante, ancora di più quelle che dimenticherai, sgusci come un bruco dal saccoapelo non pensavi che un uomo potesse avere tanto freddo, quel freddo che a Milano non senti mai, ti arriva come una mensola in testa. Eppure hai il pile e tutto anche le calze e per far prima anche i pantaloni, gli scarponi hai preferito toglierli.

martedì 21 giugno 2011

e terra e polvere che tira vento e poi magari piove





Mi ricordo ancora la prima volta che ci ho messo i tacchetti. Non è cambiato quasi niente da allora, questo è il suo difetto unico. Come quando ti raccontavano che un campo così è meglio perché ci giochi anche quando piove, si ma quando non piove... E quando ne parli con i vecchi sempre sorridono perché c'è da sempre, da prima che il ponte collegasse una Milano che si espandeva ad una Milano che non c'era. E tutti quelli che ci passano in macchina uno sguardo ce lo buttano sempre, anche se forse non tutti sanno che lì una volta nacque calcisticamente e tirò i primi calci un certo Meazza, e che è tra le prime società calcistiche milanesi, e sono venuti da Torino per allenare, e tante altre storie che si sentono solo al bar o in segreteria. L'Iris 1914 è sempre stata anarchica e indipendente, quella timida solitudine che sa di superiorità.
Domani inizieranno i lavori, non si solleverà più la polvere al suo posto fili di erba sintetica e cocco.
A noi ci piace ricordarla come un teatro di indimenticabili roventi battaglie dove i pantaloncini e la maglietta si sporcavano di bianco e di sangue e come una pozza di fango sotto la pioggia e il vento. E' stato un particolarissimo privilegio giocare su quella terra.

Any Given Exam


Ci siamo. È lei. É quella maledetta sera. Sono tre mesi che l’aspetto e adesso, all’improvviso, non la voglio più. Vorrei mandarla via, fermare il tempo, accelerarlo, qualsiasi cosa. Ma non posso. Mi concentro sul manubrio della bici. Un rettangolo a cui manca un lato lungo, sembra quasi una buca di potenziale. Niente. Non riesco a distrarmi. Penso sempre a domani. Sembra una stronzata ma la testa è sempre lì. All’esame. Quel maledetto esame. Guardo la ruota. Un cerchio perfetto, o quasi. Niente da fare. Non mi riesco a distrarre. Sono uscito apposta, sono andato a una cena. Abbiamo mangiato, chiacchierato, fumato il narghilè, ci siamo sparati con un fucile finto. E cosa è cambiato? 

domenica 19 giugno 2011

Todo cambia (aspettando Pontida)

A volte metti un piede davanti all'altro ma in equilibrio proprio non riesci a stare.
Non è funambolismo o alcoltest penso sia la nostalgia a farmi cadere, o il sole di oggi.

Per fortuna che c'è la musica, quella di pancia, quella che gracchia, molti non capiranno ma alla fine le parole sono semplici


Ebbasta con queste ninnananne tristi, e fredde, pensate quanto stonano sotto al vesuvio.

Todo cambia.

martedì 14 giugno 2011

Il Dio Pallone


Amici di NoAut. . .

La rubrica El Balùn, sotto choc a causa dello scandalo scommesse è andata in letargo per qualche periodo, ma è oggi che ritorna in pompa magna.
Siamo stanchi di apprendere di gente che si prende gioco del pallone, maltrattandolo.
Noi della redazione, uniti, vogliamo il bel calcio, la giustizia.
Ed è lui in persona, il pallone, colui che fa' girare la testa a miliardi di uomini e donne nel mondo, che ci dà la sua visione delle cose.

Ho voluto immaginare la risposta che mi avrebbe dato il Dio Calcio alla domanda: "chi sei veramente, e perché ci domini".

A voi altri l'ardua sentenza

Dalla panchina di El Balùn

6olu

 Dio Pallone by ludodrum

Morto Pippo il Babbo-Scandalo a Dragoni (CE)

Basta polemica sterile. Basta articoli con argomentazioni complicate. La Rai funziona benissimo. Infatti ieri, giornata come tutte le altre, Porta a Porta ha presentato una serata di approfondimento sulla cronaca nera. Referendum? Ma non scherziamo. Ma questa è la Rai che vogliamo. Vogliamo essere disinformati. O meglio non vogliamo essere informati. Ma chi prendiamo in giro? Di questo referendum non frega niente a nessuno, non cambia niente a nessuno. Quindi è giusto non parlarne. Il quorum è raggiunto. Amen. In qualche modo ci fregheranno di nuovo. Ma noi siamo così, felici. Disinformati, prima e dopo il voto. E durante. 

Viva L'Italia, Viva la Rai, Viva Vespa

Mosic


Sfida: di chi è questa biografia? 
          Non vale cercare le parole su internet. Notare una mancanza fondamentale(titolo di s...).
          10 punti a chi lo becca. Asgard è escluso dal gioco :)




venerdì 10 giugno 2011

Necrologio

Fine di un programma. E mi dispiace. Tante serate le ho spese a guardarlo. A incazzarmi, a ridere, a riflettere. Più volte ho scritto post ispirati dalla trasmissione.
La Rai perde un programma valido, un programma remunerativo, che portava 5/6 milioni di spettatori a serata. Lo perde per una scelta politica, per una scelta in cui la politica non dovrebbe entrare.
Mi mancheranno le vignette di Vauro, i monologhi di Travaglio, le frasi incomprensibili di Di Pietro, le stronzate di Castelli, le urla di Brunetta, Belpietro con quel suo faccione tondo da sberle. Mi mancherà Santoro, così poco imparziale, orgoglioso del suo programma.
In questo schifo di servizio pubblico Annozero, che piaccia o meno, era un buon programma. Con un buon conduttore, un bello studio, buoni ospiti, bravi giornalisti. Trattava temi di interesse pubblico, a differenza di altri programmi di pseudo-giornalismo che parlano di medium o vaccate, a differenza dei vari Minzolini, Masi e schifezze varie..
Insomma era un bel programma, e faceva fare tanti soldi alla Rai, un'azienda pubblica. Tanti da potersi permettere di mandare in onda Sgarbi, con un format e un conduttore impresentabili.
Lo so che non riapparirà in qualche modo, da qualche altra parte. Però oggi mi spiace che sia finito, almeno con la Rai. Ennesima conferma che in questo paese, le cose non vanno affatto bene. Bisogna ribellarsi a questo sistema, reagire, ma si sa è tutta una...

mosic

giovedì 9 giugno 2011

Non capirsi (Scapirsi)

e allora lei gli dice – David sono stra felice che tu sia venuto- stesso tono con cui avrebbe potuto dire, ieri ho mangiato uno spezzatino di cane.
- E' questo il problema tu parli, parli, ma alla fine le idee che percepiscono gli altri sono diverse. Fraintendersi, tutti errori di comunicazione.- -Ma smettila, che queste parole sono pari pari a quelle di quel filosofo...- Il rumore della batteria impediva di parlarsi, ma questo non mi importa quello che parlava mi stava sul cazzo. O forse era il suo amico, quello che lanciava le palle per aria. Ma dove sono finito? Fuori nevica, non posso fumare. Se no poi mi viene il cagotto. La biondina sciapa, continua ad ancheggiare. Più di un ballo una tortura. Per favore fermatela. Mi avvicino le allungo una birra, niente continua a scodinzolare. Mi giro, ma quando cazzo arriva, aveva detto alle 10. Per non aspettarlo suono alle 11. Drinnn. Salgo, umanità discutibile. Di te nemmeno una foto. E per fortuna che le dovevi conoscere queste intubate. Provo a contare le piastrelle, calcolo a mente le dimensioni di un metro quadrato, conto quante persone ci vogliono per sfondare il pavimento. Troppe. Un tipo mi guarda fisso, o forse è in fissa. Mi avvicino. -Ciao, schifo di festa eh?- -Si hai ragione peccato che sia della mia ragazza.- Dove mi muovo rompo

martedì 7 giugno 2011

E'VEN(u)TO


Sarà che me lo sentivo che sarebbe andata bene la faccenda.

Ma quella sera non ero in me, prendendo droghe lisergiche ho captato cose che voi non avete. .
Il finale, nel vicolo, è il crepuscolo degli idoli.
Mesdames & Messieurs, questo è l'èvento, visto dagli occhi di un drogato.


 Èvento by ludodrum

enjoy your meal

6olu

lunedì 6 giugno 2011

yo man, get your shit together, man.

Avevo undici anni, un bambino senza esperienza, indifeso, educato dai dischi di mamma&papà: tanta classica, album generazionali anni settanta e ottanta, da "discoteca essenziale repubblica-espresso", Dylan, Queen, Beatles, no Rolling Stones, sì de Andrè, eccetera. Avevo undici anni, era il duemila, e comprai il secondo album della mia vita: "Parachutes", consigliato dal papà di un amico. Amore. Alle mie orecchie inesperte sembrava musica vera, musica mia, per la prima volta dopo i cd dei genitori un mio disco, la mia vibrazione. Due anni dopo, " a rush of blood to the head": promessa di amore eterno e incondizionato. Viva i Coldplay!
Superato X&Y, che aveva confermato il trend positivo, si era arrivati nel 2008 a Viva la vida. Ok, Brian Eno, d'accordo, ma i cori da stadio anche no. Qualche bel pezzo, ma qualcosa era già cambiato. Non era più vero amore. Troppo spesso insofferente, poco attento, sicuramente un po' annoiato.

domenica 5 giugno 2011

[in]Coerenza papale

Ieri Mattina ho pensato: "oggi dopo pranzo voglio proprio mangiarmi una bella mela". Prontamente sono uscito di casa e mi sono recato da un ferramenta. Sventolando 5 euro, tutto contento, ho chiesto un chilo di mele. Sgomento il commesso mi ha detto che non vendevano mele. Mi sono indispettito. "come sarebbe a dire non vendete mele?"



venerdì 3 giugno 2011

solo 10

DIECI

Sulle scarpette
è passata tanta terra
poca erba
gialla e verde
tagliata e bagnata
cotta al sole
all'ombra dei muri di case che nascondono i campi.
Il naviglio un po' più in là.
Adesso ci sono i graffi sulla gomma nuova
il fastidio delle punture
la sua andatura invece è uguale
ciondolante e incerta
sente il peso delle responsabilità.
Passeggia forzatamente.
Il suo è quel limbo
la lingua di campo troppo stretta, inesistente
dove la palla non si insegue
dove muoversi è troppo tardi
e riceverla è troppo presto.
Nessuno capisce
non lo si cerca lo si crea lo spazio
si aspetta la palla
con forza sui piedi, piedi veloci elastici
sbilanciato in avanti
in testa ha un idea
ai piedi il resto
lasciatelo fare
vediamo cosa combina.

giovedì 2 giugno 2011

Piangi Piangi, Stronza. Io Godo

Lo so che è ancora poco. C'è ancora tanta strada da fare. Però lasciatemelo dire, a qualche giorno di distanza, io godo ancora come un matto. Adesso vediamo, adesso viene il difficile, ci sono tante cose da mettere a posto.

Giuliano non ci deludere!


mosic

mercoledì 1 giugno 2011

A supporto!

Posto il video di un breve spot girato a favore del referendum, in particolare, per l'acqua pubblica.

e ci sono anch'io !!


Acqua Pubblica



ricordate di votare, ormai è un'abitudine


si x 4