martedì 8 febbraio 2011

Fields of Anfield Road



"All round the fields of Anfield Road
Where once we watched the King Kenny play (and could he play!)
Stevie Heighway on the wing
We had dreams and songs to sing
Of the glory, round the Fields of Anfield Road".

Fa così il ritornello di uno dei più famosi "chants" della Kop, la gloriosa curva del Liverpool, una delle più orgogliose e storiche, nonché vincenti squadre che il mondo abbia visto mai. Si capisce subito dalle parole di questo coro quanto i tifosi del Liverpool F.C, gli scousers (appellativo dato più generalmente agli abitanti della città) siano legati ai retaggi di un passato fulgido, che ha visto i Reds dominare il mondo dal 1972 a fine anni 80', ma che ha radici ben più antiche. Molti sono i miti che hanno calcato i Fields of Anfield Road, un'entità vivente più che uno stadio: da Bill Shankly a king Kenny Dalglish fino a Ian Rush e Robbie Fowler, colui che "sniffò" la linea di fondo dopo un gol sotto la curva.
E' difficile spiegare a coloro i quali non sono veri appassionati di calcio quanto questa squadra abbia significato per questo sport e quanto i suoi tifosi siano riconosciuti a livello mondiale per la loro instancabile passione e il loro immortale attaccamento alla maglia, i Kopites.
E' difficile trovare un'altro stadio che sia così temuto dalle squadre avversarie, nonché dai supporters nemici, per il calore che riserva ai beniamini di casa e per la foga con cui, tramite gente che lo popola, spinge letteralmente in gol i suoi giocatori. Leggenda narra che sotto la Kop ci sia un vento che tira incessantemente e che spinge i palloni in rete anche se questi non vogliono entrarci. La storia del Liverpool è legata indissolubilmente alle vicende di Anfield. In principio lo stadio era utilizzato dai cugini dell'Everton, nato nel 1878 e tra i fondatori della Lega Calcio inglese. Ma quando l'allora proprietario del club decise che l'affitto dell'impianto era troppo alto per le sue tasche decise di levare le tende preferendo Goodison Park. Fu così che Anfield divenne la tana dei Reds. Un vero e proprio santuario del tifoso, pieno di riti e storie: ogni match casalingo tutti i giocatori di casa prima di entrare sul terreno di gioco toccano lo stemma della squadra all'uscita degli spogliatoi sul quale è affissa una scritta: "This is Anfield", quasi a dire "da qui non uscirete vivi". E' doveroso dire che tutta questa passione degli Scousers non sempre si è rivelata positiva, infatti essi sono stati protagonisti, insieme a tifosi di altre compagini come West Ham, Chelsea e Man Utd, di atti di teppismo e violenza che negli eightees hanno fatto nascere il fenomeno degli Hooligans inglesi, poi represso e ridimensionato dalle leggi della Thatcher. Chi dimentica l'Heysel? Nessuno, credo. Il simbolo presente sugli stemmi e sulle casacche dei Reds, dal 1955, è il Liver Bird, uccello mitologico metà cormorano e metà aquila che campeggia sul municipio della città e che altra leggenda narra che "il giorno che volerà via dal Liver Building sarà la fine della città".
Come ogni tifoseria anche quella dei Kopites ha delle rivalità acerrime che spesso trascendono dal singolo evento sportivo e le più aspre sono senza dubbio quelle con Manchester United, per la vicinanza tra le due città (20km) e per l'eterna lotta per la supremazia in Inghilterra (si da' il caso che siano le due squadre più vincenti del Regno Unito), con i Toffeemen(caramellai, quelli dell'Everton) e con la Juventus, per i tragici fatti del 29/5/85...

Anche il mondo della musica è stato colpito dalla portata storica del club e dalla grinta dei suoi tifosi: i Pink Floyd nel brano "Fearless" citano stralci del celeberrimo You'll Never Walk Alone, mentre i Beatles che erano tutti nati sulle sponde del Mersey non si schierarono quasi mai in favore dell'uno o dell'altro club cittadino, si dice sotto ordine del manager Brian Epstein che temeva che prendendo una posizione in merito la band avrebbe perso consensi. Solo John anni dopo la fine del gruppo disse di tifare Everton e iniziarono allora le speculazioni sulla fede di Paul che decise di inserire come unica figura sportiva nella magnifica copertina di Sergent Pepper's Lonely Hearts Club Band, Albert Stubbins calciatore del Liverpool.

Molte altre sono le storie legate ai Reds, molte pagine sono state scritte, da penne e da tomaie morbide di campioni che in questa squadra hanno giocato, Steven Gerrard ad esempio è al momento il massimo esponente di questa fede e il simbolo della tifoseria. Lui cresciuto in quelle strade è destinato a diventare leggenda quando deciderà per il ritiro. Ma affiderei la chiusura a una piccola ma significativa: la storia di Andy, taxista di Liverpool, tante mogli ha cambiato, tanti figli ha avuto, undici, come i giocatori di una squadra. Li ha chiamati tutti con i nomi dei più grandi calciatori che hanno vestito la maglia Scouse, i maschi come primo nome, le femmine come secondo, meno male. Tutte le sue storie sentimentali sono state rovinate dalla sua mania per il Liverpool, dalle sue continue sparizioni per trasferte, dai suoi umori ballerini legati alle sorti dei match. L'ultima moglie che ha avuto un giorno gli ha detto: "Se vai ad Anfield oggi, al tuo ritorno non mi troverai più".... Quel giorno, Liverpool - Manchester 1-0, Andy era sugli spalti della Kop e ha barattato l'amore di una donna per una vittoria, LA vittoria, contro i rivali di sempre. Certe cose, certe emozioni, sono difficili da spiegare, soprattutto a loro, quelle belle... Perché nella vita di un uomo spesso ci sono due donne, una può lasciarti, l'altra non ti lascerà mai.

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