mercoledì 30 novembre 2011
ORDINE DEL GIORNO
-Sì..ehm... buongiorno a tutti... scusate sono un po' emozionato, non sono abituato a parlare in pubblico... sì, ecco, buongiorno, volevo solo dire una cosa, fare un breve intervento. Mi chiamo Giansergio, ho 42 anni e ho moglie e due figli, Carletto e Jacopo. Ecco, io volevo solo dire una cosa, che mi sembra la gente non ha ben capito, cioè nel senso che non se ne parla tanto, ecco, non che la gente è scema, ma si sente tanto parlare, no, di crisi, di debito pubblico, di sprèd, no, e sono cose che sono importanti, si capisce, e tutti la sentiamo la crisi, cioè che la mattina lo vedi che il caffè adesso costa di più e che uno dice 'si vabbè sono dieci centesimi in più' e io lo so che sono pochi, ma poi dieci centesimi qui dieci centesimi lì poi alla fine fanno tanto, cioè poi uno li sente, no, i dieci centesimi, e io dico che è giusto parlare di queste cose, che la gente lo deve sapere che c'è la crisi e che bisogna fare gli sforzi, ma ci sono tante cose che se ne parla poco, cioè che una volta esce la notizia e poi, bum, basta, sparisce. E io dico che è giusto che i giornali parlano della crisi di governo e che non c'è lavoro, voglio dire pensate a quei poveracci a termini merese, no, che gli hanno chiuso la fabbrica, e poi è vero che dobbiamo fare gli sforzi i sacrifici, no, per superare questa crisi, e io dico che è giusto, capito, fare i sacrifici. E c'è un sacco di gente che dice che bisogna avere fiducia nel paese, che dobbiamo restare in Italia, che non bisogna andare via, no, e io dicevo giusto, e tutti i giornali ne parlano e dicono un sacco di cose su queste cose e poi invece alcune notizie non se ne parla più e invece è meglio se ne parliamo di certe cose, perchè bisogna affrontare i problemi di faccia, no,capito, voglio dire uno i sacrifici li fa, ma deve sapere la storia tutta come è, mica solo quello che fa comodo sapere. Io dico che bisogna parlare chiaro e allora mi è venuto in mente di venire qui e parlare davanti a tutti voi, anche se sono imbarazzato e io lo so che a parlare non sono buono, ma io questa cosa la volevo dire perché è tanto tempo che ci penso, da quando è uscita la notizia e poi nessuno ne ha più parlato, e io lo voglio dire perché ci ho due figli e io penso a loro, si capisce, sono padre di famiglia e devo pensare ai miei figli e in che paese cresceranno, e quando io sarò vecchio cosa avrò fatto per loro, no, è chiaro che ci tengo, e allora io dico che qua, in questa assemblea ce ne sono altri di padri e madri, che hanno i figli e sono preoccupati come me e allora io questa cosa la volevo dire. Ecco, scusate che non sono bravo e sono un po' nervoso qui davanti a voi, ma questo io lo volevo dire con fermezza, ecco, che io i miei figli in un paese che non c'è più novantesimo minuto, io non ce li faccio crescere. Grazie a tutti. Arrivederci.
martedì 29 novembre 2011
Sulle macchine-scroto che mi investono in via Carducci - Dedicato a te "imbecille"
Avete presente via Carducci? Ma si quella via dove non c'è niente se non uno strip bar che fa molto cool. Avete presente che c'è una preferenziale per i taxi e gli autobus? Avete presente che quella preferenziale è "recintata"? Nel senso che ha un piccolo zoccoletto giallo per terra che impedisce che suddetta corsia venga invasa? Ecco nel senso opposto di marcia c'è una preferenziale per le bici, e non c'è nessuno zoccoletto a protezione. Che se ci pensi è logico, meglio tutelare un autobus che è grosso, che se una macchina ci sbatte contro poi il comune deve pure fare le menate con l'assicurazione per farsi ripagare i danni, piuttosto che tutelare le bici, che se una macchina ci sbatte contro al comune proprio non frega un cazzo.
lunedì 28 novembre 2011
Ma perché corrono tutti?
Cosa mi sono perso? Dove scappano? Polpacci molli, seni pesanti tute sformate inadatte persino alle mura domestiche. Trecce e code unte svolazzanti, cappellini cerchietti, fasce di spugna. K-way per sudare pantaloncino-bermuda-calzettone bianco nke, maglietta tennica, scarpa fosforescente scarpa sfondata.
Dovrebbero scriverlo, lo scriverei io all'entrata di ogni parco, di ogni zona pedonale, come un foglietto illustrativo:
"Miete più vittime l'infarto domenicale che il bagno in mare dopo la frittura"
Ma state a casa, grattatevi le palle, guardate la partita, non alzatevi dal letto, tutto ma la corsetta no.
Dovrebbero scriverlo, lo scriverei io all'entrata di ogni parco, di ogni zona pedonale, come un foglietto illustrativo:
"Miete più vittime l'infarto domenicale che il bagno in mare dopo la frittura"
Ma state a casa, grattatevi le palle, guardate la partita, non alzatevi dal letto, tutto ma la corsetta no.
Un padre nel lungo percorso della disintossicazione da "corsetta"riscopre la domenica mattina a giocare con i figli. |
venerdì 25 novembre 2011
melòdia
Sarò
ogni tuo "però"
ogni detrito dello scontro di noi due
ognuno controcorrente
ognuno per se
non serviranno le scintille dei nostri jeans bagnati
luridi
per eccitare i nostri desideri insonni
apatici
non servirà scambiarci i piumoni
per avere ancora più freddo
continueremo a respirare con le maschere antigas
polveri e radiazioni
per soffocare il mio torace
e vomitare addosso la nostra calma piatta
fino a farla esplodere.
e le mie costole
le mie costole
le intreccerai meticolosamente
farai una cornamusa
che suonerai da sola
malissimo
ma pensando a me.
giovedì 24 novembre 2011
Un Po più in là (Monviso)
Un fiume molto lungo non poteva che nascere da una montagna appuntita, come la si disegna da piccoli. Come la disegnavo io da piccolo e come la disegno da grande, perché non sono molto cambiato.
.
Per chi se lo fosse chiesto, io me lo sono sempre domandato, ecco nasce da qui, anzi da lì il Po (per i più interessati la montagna a punta in centro).
Po' si scrive con l'apostrofo che sta a segnalare che è caduto qualcosa da "poco". Il fiume Po invece non ha apostrofo ne accento ma si scrive maiuscolo.
Niente di indispensabile
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Per chi se lo fosse chiesto, io me lo sono sempre domandato, ecco nasce da qui, anzi da lì il Po (per i più interessati la montagna a punta in centro).
Po' si scrive con l'apostrofo che sta a segnalare che è caduto qualcosa da "poco". Il fiume Po invece non ha apostrofo ne accento ma si scrive maiuscolo.
Niente di indispensabile
mercoledì 23 novembre 2011
Quando parti fa freddo, non sai se arriverai. Le gambe bruciano, acide, il fiato corto, il catarro di tutti quelli che prendono la macchina da soli lo senti nel letto la sera.
E dici questa città non ci morirà tra le braccia, e invece muore, soffocata, in circonvallazione, nei parcheggi in doppia fila, muore lampeggiando, ben più di quattro freccie e tu con lei.
Il manubrio storto, il cambio rotto, senza luce, senza grasso, ruggine, sudore, col cappellino fa troppo caldo, senza fa troppo freddo. Ed anche se a furia di ferirvi siete diventati consanguinei ed anche se sai quando e da dove sei partito, anche se sai che qualcosa si è rotto e hai provato ad aggiustarlo, e non sai se reggerà, sai che ti sei perso un pezzo di strada, ma non sai a che punto eravate e vai avanti, pedali, e scopri che non è sempre in piano, e in salita fai più fatica, ma non vorresti mai smettere di pedalare.
E hai dovuto cambiare i freni, ma ci sono voluti tre anni per capire che per correre tra le macchine devi poter frenare, e anche se non sai dove sei diretto, eppure la ami.
Perchè non importa dove stai andando, non importa arrivare, l’importante è che siete tu e lei,
la mattina alle otto nel traffico,
o alle due,
da soli.
mosic
domenica 20 novembre 2011
Non Bere Rum
Vi siete mai chiesti perche rum e pera non ve li servono nello stesso bicchiere?
Ve lo dico io.
Fa schifo.
mosic
(Forse a 1,5 non pubblica, forse si. La mattina aggiorna.)
Ve lo dico io.
Fa schifo.
mosic
(Forse a 1,5 non pubblica, forse si. La mattina aggiorna.)
sabato 19 novembre 2011
Meu destino
"Come è forte il tuo cuore d'arancia"
Troppe cose hai detto, perchè troppo hai pensato, contraddicendo tutti e contraddicendoti. Il vento ti sputa sempre addosso, continuano a non capire. Sai già cosa succederà, scappare non serve, di sicuro non ne saresti capace. Hai già visto questa scena milioni di volte dentro gli incubi vividi e reali che non hanno fine. Sai anche come andrà a finire, non ti serve guardare la palla che gonfia la rete, ti giri ad esultare. Quello che ti stupisce è l'assoluta mancanza di partecipazione, l'apatia prima della tempesta. Il rumore sordo del palo. Rimani lì saldo, travolto dall'impatto, muro d'aria che sposta e ti fracassa. Come svegliarsi e sapere i minuti sulla sveglia, come il fumo dai camini di novembre non smetterà di uscire, non smetterai di respirare, il tuo cuore non smetterà di colpire, rimarrai intrappolato tra sonno e veglia, tra notte e giorno, tramonto e alba, ma nell'attesa devi restarci dentro guardarti allo specchio e continuare a non capire.
Thievery Corporation & MoOn
venerdì 18 novembre 2011
Sui freni dei velocipedi e sul sovvertire il sistema
Il freno. Che bella parola, che bella sensazione, prima risplende, pinza e ganascia, pastiglia e perno. Facile a dirsi, difficile a montarsi. Sappiate che per prima cosa non tutti ti vendono il freno, taluni ti dicono che conviene cambiare la bici, più che cambiare il freno, che la tua bici ha un sacco di difetti, ruote storte cerchioni storti, catena molle, cambio rotto, manubrio storto la sella tagliata e diciamocelo, “è anche un po’ brutta”. E ti fa male dentro sentir dire queste cose, che Paolo mica se le merita. Si, la mia bici si chiama Paolo.
giovedì 17 novembre 2011
Un pò più in là
Oggi andavo incontro al mio prossimo destino
quello inutile, solito
curvo
capo chino
spinto dal battito affannato del mio stesso cuore
tentavo di annebbiare il flash
infinito
passato
di quello che era un ricordo pulito
con accordi dissonanti sparsi nella testa
l'altro giorno
era freddo ma non troppo
in mano un ramo
lanciato lontano
più del solito
per saltare i giorni, che contavo.
Volevo dormire
l'altro giorno
il luccichio di quegli occhi
nella mente mia
trasporto
anima
volevo sognare
e correvo forte
con un "bel cappello e delle rose"
e la cordicella sola di un palloncino
nella mano
un pò più in là…
since I've been loving you
m
mercoledì 16 novembre 2011
Post Scripta
Nuove chicche da ascoltare sulla radio di NoAut. Dopo la novità delle playlist torniamo agli antipodi senza pigrizia indotta (mosic) e scarichiamo da smanettoni veri come una volta.
La novità è questa: E' uscito il nuovo album del beatmaker e rapper casertano Kaos.
Invisibili
Noi non siamo niente. Invisibili, silenziosi, sudati, infreddoliti e subito accaldati, col fiato corto sputiamo grigio. Non abbiamo luci, spesso non abbiamo freni inibitori e non inibitori. Trasformiamo energia pulita in energia pulita.
“tanto di me ha paura, passo prima io”
“tanto sono più veloce, passo prima io”
“tanto se mi vede frena o mi evita”
E anche io mi trovo dall’altra parte alle volte. Ma capisco, sempre più, che se è in mezzo alla strada, è perchè ci deve stare. Se non si schiaccia sulla fila di macchine c’è un motivo. Perchè lui non va troppo lento, sono gli altri troppo veloci. E devono rallentare.
venerdì 11 novembre 2011
A.A. sei una minchia.
"Non faremo un'ammucchiata" dice Bossi, salvo contraddirsi intrinsicamente dopo neanche trenta secondi auspicando un cambio di vertice, Angelino Alfano premier subito, con lo stesso esecutivo. Pur sempre di ammucchiata si tratta.
E intanto si prospetta uno scenario inquietante. Dopo 17anni di Berlusconi, avremo l'onore di veder candidato Angelino Alfano. Ma chi è costui? Nessuno in particolare. Uno dei tanti, ha iniziato con la DC, che non fa mai male, ha proseguito la carriera nel PdL, e un giorno si è trovato a fare il ministro della giustizia senza meriti particolari.
Insomma è "una minchia". E non lo dico con cattiveria, ma purtroppo è la verità. Il suo più grande merito è quello di averci messo la faccia, perchè bisogna ammetterlo che con questo governo serve proprio una bella faccia tosta. Non devi ridere mai, anche quando stai sostenendo la più grossa cazzata della tua vita di fronte a milioni di persone, devi stare serio. "le cene a casa del premier avevano un carattere squisitamente elegante". Ma stiamo divagando.
Torniamo ad Angelo. Non sono preoccupato tanto per lui, poco mi frega che sia stato al matrimonio della figlia di un mafioso, queste cose si sà, ai politici capitano di continuo, non sanno di chi sono i matrimoni, gli comprano le case, alla mensa di montecitorio un carpaccio di filetto a soli 2,76€, quello che mi turba è che si sta aprendo la strada a tanti piccoli A.A. E quindi gia mi vedo fra dieci anni a urlare imprecazioni verso tante piccole "minchie" che se ne vanno in giro per il parlamento. E questo mi turba, nel profondo.
Mosic
giovedì 10 novembre 2011
trompe l'œil
Il trompe l'œil, termine francese che significa "inganna l'occhio" (da tromper, ingannare), è una tecnica pittorica. Indica una pittura che, in base a espedienti illusionistici, induce l'osservatore a credere di stare guardando oggetti reali.Un tipico murale trompe-l'œil può rappresentare una finestra, una porta o un atrio per dare una falsa impressione che la stanza sia più grande.
Siamo una generazione guercia. Ci è regalata una vita dalle infinite possibilità, possiamo scegliere, da privilegiati, dove, come e chi essere. Decidiamo la vita in base ai traguardi che ci poniamo di volta in volta, siano essi di natura economica, sociale o culturale. Inseguiamo i nostri sogni man mano che ci si presentano, cercando di soddisfare i nostri desideri nel modo più efficace e veloce possibile.
Lo scorrere del tempo come un susseguirsi di mete da rincorrere, tappe. Studiare per laurearsi, per trovare un lavoro, per affittare una casa, per scegliere i mobili e vestiti, per andare in vacanza. E a vent'anni facciamo il possibile per arrivare al primo grande obiettivo: essere affermati o quantomeno chiaramente in procinto di esserlo, alla soglia dei trent'anni. Rendendo così i trent'anni una soglia.
sabato 5 novembre 2011
Sull'Imprevedibilitezza degli eventi e le vecchie che fanno i fuochi
Cioè che poi a volte ci ripenso. Al mare a Framura(vicino alle 5 terre, ndr che sarei sempre io) c'è una vecchia, che vecchia non sembra. La sua più grande passione è fare i fuochi, e fa tutti sti fuochi, almeno tre insieme, controllati dice lei. Controllati da lei. E brucia la spazzatura. E prima o poi lo so che oltre la spazzatura brucia anche la casa, la mia, e la sua, e l'albergo. E allora io non dirò: "caspita, era imprevedibile". Perchè non è vero. Non è prevedibile quando la vecchia fa il fuoco, anche se tutti le dicono di non farlo. Mentre gli altri dormono, la vecchia non dorme, raduna la spazzatura e fa il fuoco. Ma nonostante questo io già prevedo che mi brucerà la casa. Che poi magari non succede, ma io nel caso sarò pronto. E questa vecchia mentre fa i fuochi, e mentre li controlla, sono anni che dice:
"va là che fan schifesse da queste parti, non si può!" -che cosa vecchia?
"li tutte ste terrazze che han fatto pei monti"-perche?
"eh non li puoi non coltivare, le radici servono, li tengono insieme"
"e poi fan troppe case, e le fanno a caso" -brava vecchia, le dico io.
La vecchia lo diceva. Diceva che qualcosa non andava. Che poi non lo so se sta vecchia ha ragione, o è solo una vecchia che fa i fuochi intorno a casa mia e mi puzza la casa. Quindi non è che faccio accuse. Però insomma, diciamo che se poi un giorno arrivo a Framura e la mia casa è bruciata, mica dico:
"va là che fan schifesse da queste parti, non si può!" -che cosa vecchia?
"li tutte ste terrazze che han fatto pei monti"-perche?
"eh non li puoi non coltivare, le radici servono, li tengono insieme"
"e poi fan troppe case, e le fanno a caso" -brava vecchia, le dico io.
La vecchia lo diceva. Diceva che qualcosa non andava. Che poi non lo so se sta vecchia ha ragione, o è solo una vecchia che fa i fuochi intorno a casa mia e mi puzza la casa. Quindi non è che faccio accuse. Però insomma, diciamo che se poi un giorno arrivo a Framura e la mia casa è bruciata, mica dico:
"vacca boia, era imprevedibile"
Vacca Boia in un momento di riflessione sui massimi sistemi. |
mosic
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