PIANO 7
È un pensiero semplice, come
semplicemente è nato, osservando i tasti consumati dell'ascensore.
Adesso, potrebbe non esserlo; io, non
potrei saperlo.
PIANO 6
Aspetta, le chiavi! Sono in camera.
Dovrebbero... esisteranno ancora? Chi mi dice che siano dove le ho
lasciate?
PIANO 5
Le chiavi... ma se mio fratello non
esistesse più? Dove l'ho lasciato... era in camera sua... questa
cazzo di scatola di ferro! Morgen, mamma, papà, dove siete? Come
faccio ad avere la certezza che esistiate ancora? Il cellulare!
Perchè quando serve non c'è mai?
PIANO 4
I miei prof! Li ricordo, ce li ho in
mente, sono proprio loro. E se non ci fossero più? Dove potrebbero
essere?
PIANO 3
E se, arrivato giù, non trovassi più
la porta dell'ascensore?
Come potrei spiegare cos'è successo al
tecnico dell'ascensore...?
PIANO 2
Quello alto e smilzo, esiste ancora?
Esiste qualcuno all'infuori di me?
PIANO 1
Me? io?
Martin Miragoli, all'appello.
Martin chi?
Miragoli.
Niente, non mi dice nulla.
Ma le mani le sento, ce le ho, mi vedo
allo specchio. Io sono io, non ci piove
PIANO TERRA
La porta dell'ascensore c'è.
Ci sono le piastrelle del pavimento, il
portone.
Mi volto.
Vaffanculo, la porta dell'ascensore c'è
ancora, fanculo-fanculo-fanculo.
Guarda le stronzate che vado a pensare:
ci sono io, ovvio, c'è l'ascensore e il suo tecnico, naturale, c'è
mio fratello, c'è mia madre, c'è mio padre e ci sono le mie chiavi,
evidente. C'è la bic...
cazzo, mi hanno fottuto la bigaz.
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