lunedì 26 settembre 2011

Sangue Misto > SxM


Oggi mi servirò della signora Fiorella per farvi raccontare come fare i ravioli, e facendovi dare per bocca sua anche un consiglio musicale. Ho tentato di insegnarle come comportarsi, ma le hai il suo stile.


Uniamo la cucina e il mixer, il dilettevole e l'utile




love's coming soon




dolu

domenica 25 settembre 2011

Masssssssstercheffo


Ho visto uno chef, italiano, due stelle michelin arrotolare la pasta con la forchetta aiutandosi con il cucchiaio. Ho visto proporre il concetto del fashion food. E faccio a capire che idea ci stia dietro. Giovani e vecchi, azzuffarsi per proporre piatti fatti col cuore(a volte col culo), a tre emeriti idioti. Lamentarsi di porzioni abbondanti, e di un granello di sabbia. Ovviamente non poteva mancare la cucina molecolare. Ma di questo non ne parliamo. Chiedere come si fa la besciamella. E in base a questo scegliere se un aspirante cuoco fosse competente. Cucinare quasi esclusivamente con materie prime di prima scelta, quindi costose, quindi inaccessibili. Non sapere quale sia la razza di manzo tipica toscana.                                          Che inizia per c. 

Qualcuno cerca un piatto intellettuale, ne trova uno mediocre, di sinistra.

Però davvero, se è un anno che cucini, molto probabilmente vengo a cena da te, non da Cracco. 

L’aria non si dovrebbe fare in cucina, ma adesso pare che tiri così tanto.

lunedì 19 settembre 2011

Il Magico Mondo Delle Ripetizioni In Matematica

"Mio figlio ha una forte idiosincrasia con la matematica, da sempre, infatti ha fatto il classico."
"capisco"

"Mio figlio ha bisogno di ripetizioni in matematica quantistica, deve iniziare il primo anno di legge in bocconi"

"Mio figlio ha dei problemi con la matematica, è discalculico, non so se hai familiarità col problema"

domenica 18 settembre 2011

Helen Keller

Helen Keller naque a Tuscumbia il 27 Giugno 1880. È stata una scrittrice, attivista e insegnante statunitense, sordo-cieca dall’età di 19 mesi. Alla sua vicenda, e a quella dell'istitutrice che le insegnò a interagire con il mondo esterno così da poter affrontare gli studi fino alla laurea, fu dedicato il romanzo The Miracle Worker, che lei purtroppo non potè mai vedere.
Nel 1903, pubblica la sua corposa autobiografia The story of my life. È il primo di una serie di undici libri e di numerosi articoli a firma Helen Keller, che solo molti anni dopo si scoprì non contenevano nulla. Nel tempo diventa un'oratrice molto famosa in tutto il mondo. Si impegna da avvocato in numerose cause per i diritti dei disabili ed in numerose altre cause progressiste, oltre ad essere una una pacifista ed una attivista del movimento per il controllo delle nascite.Inspiegabilmente, Wikiquote non riporta citazioni di Helen Keller. Tuttavia, grazie ad una meticolosa ricerca, ho scovato questo breve documentario, che potrà farci meglio conoscere questo personaggio così stupendo, riportando brevi
stralci delle sue orazioni.






  



IL SANGUE TIEPIDO DEL BELPAESE

Le voci autorevoli, che commentano ogni giorno le vita pubblica di questo paese dalle colonne dei più letti giornali nazionali, sempre più spesso invitano i nostri politici alla vergogna. Nelle discussioni della sinistra da salotto, insieme con i discorsi nelle pause pranzo, al telefono, nelle mail a catena, al bar, ovunque, il popolo delle opposizioni lo ripete come un mantra buddhista: vergogna. Come se, facendo appello alle loro coscienze luride, scandendo quelle amare sillabe, mostrandoci indignati con i nostri amici, inviando lettere a La Repubblica, potessimo liberare questo paese. Dovremmo, invece, vergognarci noi. Non è più un problema politico-economico, ma piuttosto un cancro profondamente legato alla società, a noi: siamo irrimediabilmente incapaci di reagire, di prendere in mano la situazione, di ribellarci.


sabato 17 settembre 2011

Udite udite il climbing trip!

A volte arrampichiamo.
A volte viaggiamo.
A volte viaggiamo per arrampicare.


A volte cadiamo da primi.
Con onore.
Non azzeriamo.
Aggiriamo, ma solo per salire di grado.


Sembra ieri, che stringendo la mano a Nico Favresse gli promettevamo di compiere un climbing trip degno delle sue spedizioni nelle isole di Baffin. Il nostro intento era quello di prendere una barca e sulla scia delle onde del celebre vertical sailing in greenland ripetere numerose vie alle calanques. Lui ridendo ci disse che anche lui andava alle calanques per riposarsi.

Il trip è stato sconclusionato, come i partecipanti, l'andamento schizofrenico per scappare dalla pioggia che ci ha comunque allagato le tende e distrutto le cerate. Il nostro atteggiamento è nel più puro stile C.A.I. (Club alpino inesistente), rigoroso e serio.




Asgard&Mosic

venerdì 16 settembre 2011

La punta che punta

Ieri abbiam perso una punta. Alcuni non ci credevano, dicevan che la punta, in quanto punta, esagera. Altri sostenevano che quando la punta ti punta, poi non può più dire "permesso". E così la sfortuna ci ha preso con se. Volevamo capire se era più forte la punta o chi ferma la punta. 

Volevamo giocare, esagerare, urlare, rifiatare e giocare ancora. 

E invece tra noi e la dolce ambrosia del calcio, ancora una volta, ospedale. Che poi è un posto strano, pieno di freddo, qualche ubriaco, un solo drogato, molti vecchietti con le vecchiette. Ah e dimenticavo. C'era anche la punta. 

Per sua natura, o meglio natura costruita, la punta è ammanicata, e salta la fila, e non solo alle sagre che poi fanno il culo alla mezza-punta, ma, a quanto pare, anche allo spedale (son contrario agli apostrofi). 

Dal tronde non è vero che chi prima arriva meglio alloggia, a volte, come è capitato in questo caso, chi primo arriva comunque gli fanno il gesso. Fortuna che fuori c'era chi ama la punta, tutta rossa, e una piadina, e un kebab, e una coca, e basta. Che poi la punta ingrassa. 

Che poi lo so che vi state chiedendo, se alla fine, in fondo a destra, è più forte la punta o chi ferma la punta. Non lo so. Però alla punta le rotule schizzan fuori un po' troppo facile. 

mosic

giovedì 15 settembre 2011

La punta del piede

Quando entri in un bagno pubblico, pensi sempre a tutti quelli che l'hanno usato prima di te. Mentre i tuoi piedi galleggiano nel lago giallo di piscio. Non c'entra l'igiene è un imprinting storico-biologico. Per questo rimango sempre piacevolmente sorpreso quando puoi effettuare tutte le operazioni di evacuazione con la punta dei piedi. Non è una ricercata metafora ma solo la più alta espressione dell'umana empatia dei gestori del bar/ristorante/negozio ecc... Tiri l'acqua con lo sciacquone il soffice bottone nero. Poi ti lavi le mani con il lavandino a pedale, come posso descrivere la soddisfazione quando il pedale azzurro è affiancato da quello rosso, che d'estate non è indispensabile ma c'è. E' questo che apprezzi che ci sia la possibilità.Quindi ti avvi verso l'uscita e per completare il quadro, spingi la porta, con il piede.