mercoledì 26 settembre 2012

Hume-ismo d'ascensore


PIANO 7
È un pensiero semplice, come semplicemente è nato, osservando i tasti consumati dell'ascensore.

mercoledì 19 settembre 2012

Renata Ligabue


La bufera politica che in questi giorni si sta abbattendo sulla regione Lazio, ci sta facendo dimenticare quanto quest'artista sia stata capace di incantare con il suo rock italiano, milioni di persone da tutto il mondo. E forse è proprio il caso di dirlo che, come solo i più grandi sanno fare, sempre a suo modo, aveva già provato a denunciare la drammatica situazione del consiglio regionale con l'amarezza dei suoi versi. Siamo con te Renata Ligabue.











domenica 15 luglio 2012

Una condanna esemplare 10x100


Sono passati undici anni. Quando è successo ero piccolo ed ero al mare con i miei nonni, a Loano, in liguria a pochi chilometri da Genova. Ricordo che tornavamo a casa dal mare e ascoltavamo il telegiornale che raccontava quello che stava succedendo. Capivo che era molto grave perché mio nonnno urlava davanti alla televisione, e perché non condividevo nulla di quello che diceva. Anni dopo, undici anni dopo, stavo studiando legge quando ho letto che erano state condannate definitivamente cinque persone. Queste persone adesso sono diverse quanto lo sono io da allora, seduto a tavola con un nonno che urlava contro i manifestanti. Sono persone, non dobbiamo dimenticarlo: Francesco Puglisi, operaio, 14 anni di reclusione, Marina Cugnaschi, assistente sociale, 11 anni e 6 mesi, Alberto Funaro, infermiere, 10 anni, Ines Maresca, educatrice 6 anni e 6 mesi.

sabato 30 giugno 2012

Procediamo, procediamo























Ti ho portato con me,
anche dove non avrei dovuto, anche quando sapevo che non mi saresti servito.
Sei stato con me al freddo, illuminato solo da candele
dai freddi neon
delle bibblioteche
da alogene
di case,
macchine,
dal sole
su muretti, rifugi e spiagge.

Sei stato con me quando i giorni diventano lunghi e
per illuminarti bastava la luce.

Ti ho sudato,
solcato, graffiato,
ti ho strappato.

Ti ho poggiato su vetri unti,
tavoli di legno,
di acciaio,
tra cuscini e leggii,
sull'erba e tra le mie gambe.

Ti ho piegato, aperto e ripiegato

Ti sei intruso negli zaini come compagno di mutande, magliette e moschettoni
corde e imbraghi, giacevi inutilizzato.

Ti temevo,
ti rispettavo,
mi servivi.

Ti ho piegato, aperto e ripiegato
senza capirti,
ti ho fissato.

Ti ho sporcato
di caffè, cioccolato, briciole e succhi vari,
ti ho asciugato e tamponato per non farti stropicciare,
e nonostante queste cure te ne sei sempre fregato.

Ma ti ho passato e adesso non mi cacherai più il cazzo,
perchè ho capito cosa sei, sei solo un libro, niente più che
un libro arancione.