mercoledì 26 settembre 2012

Hume-ismo d'ascensore


PIANO 7
È un pensiero semplice, come semplicemente è nato, osservando i tasti consumati dell'ascensore.
E se la bici non fosse più legata al tubo giallo?
Adesso, potrebbe non esserlo; io, non potrei saperlo.
PIANO 6
Aspetta, le chiavi! Sono in camera. Dovrebbero... esisteranno ancora? Chi mi dice che siano dove le ho lasciate?
PIANO 5
Le chiavi... ma se mio fratello non esistesse più? Dove l'ho lasciato... era in camera sua... questa cazzo di scatola di ferro! Morgen, mamma, papà, dove siete? Come faccio ad avere la certezza che esistiate ancora? Il cellulare! Perchè quando serve non c'è mai?
PIANO 4
I miei prof! Li ricordo, ce li ho in mente, sono proprio loro. E se non ci fossero più? Dove potrebbero essere?
PIANO 3
E se, arrivato giù, non trovassi più la porta dell'ascensore?
Come potrei spiegare cos'è successo al tecnico dell'ascensore...?
PIANO 2
Quello alto e smilzo, esiste ancora?
Esiste qualcuno all'infuori di me?
PIANO 1
Me? io?
Martin Miragoli, all'appello.
Martin chi?
Miragoli.
Niente, non mi dice nulla.
Ma le mani le sento, ce le ho, mi vedo allo specchio. Io sono io, non ci piove
PIANO TERRA
La porta dell'ascensore c'è.
Ci sono le piastrelle del pavimento, il portone.
Mi volto.
Vaffanculo, la porta dell'ascensore c'è ancora, fanculo-fanculo-fanculo.
Guarda le stronzate che vado a pensare: ci sono io, ovvio, c'è l'ascensore e il suo tecnico, naturale, c'è mio fratello, c'è mia madre, c'è mio padre e ci sono le mie chiavi, evidente. C'è la bic...
cazzo, mi hanno fottuto la bigaz.

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