mercoledì 13 giugno 2012

I was the Duke of Earl


Ho scorto la sua sagoma scura arrestarsi dietro il portone; ora è pronta a rimettere tutto in ordine, scende dal trono e abbandona lo scettto;

1) -cosa sta succedendo, non sono più io, parliamone amore, ti amo, non voglio perderti, come siamo arrivati fino qui? Amore, amore abbracciami.
Il mio respiro su di lei è soffice e tenero, le mani sfiorano i suoi capelli che sono corti, biondi, boccoli.
Da un lato, la routine ha vinto. Tutto sarà come sempre è stato, il cuore si accomoda in poltrona.
Dall'altro, sento posarsi piano una sensazione di perdita; enorme, infinita perdita.

2) Dall'altro lato del portone vedo la sua figura scura scendere dalla bicicletta, pronta a tradire tutti i nostri litigi e baciarmi, dirmi che vuole stare con me, perchè io sono la sua unica certezza. Ma il mio piede è più veloce ad afferrare il pedale. Metto in moto le ruote, mi allontano e alle mie spalle lascio la sua figura goffa, che cerca di mettere su uno stupido cavalletto la stupida bicicletta che le ho regalato e che non le è mai piaciuta per correre da me e dimenticare tutto e ricostruire da zero.
Non credo saprò quello che sarebbe successo, le ruote mi hanno portato via prima che tutto questo potesse succedere. Non mi ha fermato, non mi ha raggiunto, non ha raggiunto in tempo la maniglia del portone, non ha voluto inseguire la mia ombra appiccicosa. Il dolore di vedermi andare via ha fermato l'atto in tronco, prima che potesse reagire.
Non visto lei piangere a terra, raggomitolata stretta sulle piastrelle del mosaico. Neppure l'ho vista tornare a casa sola: per questo probabilmente tutto ciò non è successo.
Amore mio, ti ricordi? Non esiste più niente. Io ho voluto che finisse. Cos'hai fatto amore, quando mi hai visto pedalare via? Mi chiedevi scusa? Chiedevi di parlarmi? Chiedevi che non finisse così, che ci potesse essere qualcos'altro tra noi e la fine?
Mi hai accavallato i pensieri, o meglio, il cervello. Amore qui si soffre per te.
Ma tu non ti accovaccerai più crucciata su questa sedia, triste, per leggere queste righe.
Non ci sarà nessuna litigata poi, nessuna pace.
Non cercherai più di capirmi, non condivideremo più nulla.

2 commenti:

  1. Bello, solo avrei preferito non leggerlo...

    RispondiElimina
  2. perdona l'interessamento, ma il commento è di un conoscente?

    RispondiElimina