mercoledì 13 giugno 2012

CINNAMON



La sparizione
delle sagome dei camerieri
fuori dai ristoranti
non è avvenuta in una data precisa.
Sono cose che misteriosamente accadono
come la comparsa dei biscotti Togo
al cioccolato.
Tutto è cambiato.
Prendete le chewingum.
Quando ero piccolo il massimo
erano le chewingum a palline dentro la boccia.
Perché una cosa va detta:
anche se i telefilm erano in bianco e nero
c’era sempre una cosa a colori,
la boccia delle chewingum.
Poi sono venute
le prove tecniche di trasmissione.
Se eri fortunato
ti poteva capitare di avere un amico con l’antenna esatta
che captava la Svizzera
o Capodistria.
Tele Capodistria
era un vulcano di emozioni.
Film partigiani
dove i tedeschi erano cattivi
e i partigiani buonissimi e intelligentissimi.
Un paradiso socialista.
Dopo le palline
sono arrivate le Riprova
sarai più fortunato.
Le più ambite
erano quelle di Fort Apache
e se superavi la prova
potevi lanciarti dalle Brooklyn,
la gomma del ponte.
Al tempo per le chewingum
avevano un mucchio di sapori in più
ed il meglio,
il più rivoluzionario,
era il Cinnamon.
Il Cinnamon era il vero gusto da Black Panthers,
da Malcolm X.
Il Cinnamon è la cannella,
ma non vale.
Il Cinnamon
quando è arrivato il riflusso,
lo hanno abolito.
Evaporato, sparito.
Uno andava al bar
e trovava solo le Centerfresh,
quelle con dentro il liquido.
chewingum da maggioranza silenziosa.
La sinistra calava
ed ecco comparire le chewingum del capo
che mangia pesante.
Pesante.
Erano tempi difficili.
C’era chi si dava alle Stimorol danesi
e chi si drogava con le Dentigomma
che si trovavano solo in farmacia.
Poi il miracolo.
Un giorno, al Circolo Gramsci,
preso dallo sconforto per avere scoperto che esistono
le Big Babol Revolution,
ho gettato l’occhio dietro ai Boeri
e alle liquerizie Goleador.
Le Cinnamon erano tornate.
Strano che l’Unità non avesse detto niente.
Alle Cinnamon e a tutti i compagni caduti
bisognerebbe dedicare una piazza
davanti ad un ipermercato.

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