martedì 15 maggio 2012

Piccola lista delle venti cose che penso prima di dormire stasera

  1. non è vero che se ti pagano è un lavoro, ma se non ti pagano non è un lavoro;
  2. non è vero che pulire casa tua è un lavoro;
  3. non è vero che l'artista è un lavoro;
  4. non è vero che se qualcosa ti piace il tempo lo trovi;
  5. è vero che in media le facoltà scientifiche sono più difficili di quelle umanistiche;
  6. non è vero che tutti i corsi devono finire con una laurea. Tipo la laurea in fare le borse non dovrebbe esistere;
  7. è vero che la filosofia è masturbazione intellettuale. Quando hai finito di farti una filosofia ti rimane sempre il rimpianto che non fosse una scopata;
  8. la facoltà di filosofia contribuisce a punto 5 e rientra nel punto 6;
  9. a volte un tradimento è proprio bello da sentire.
  10. non è vero che se uno se ne va io poi gli devo chiedere come va e non viceversa;
  11. non è vero che i figli dei ricchi bisogna considerarli persone normali: in media sono più stupidi;
  12. l'osservazione 11 vale a qualsiasi livello di ricchezza il pensante la pensi;
  13. se la fotografia in un film è brutta ma il film è bello io me ne sbatto della fotografia;
  14. se "Diaz ha un brutta fotografia" è il tuo primo commento a Diaz, mi porrei qualche domanda fossi in te;
  15. ho visto Capitan America e mi sono addormentato gli ultimi venti minuti: questo non mi ha impedito di commentare il finale. Purtroppo, avendo russato, sono stato scoperto;
  16. sto ancora aspettando il seguito di Batman con Two-Face. Per capire come mai vedi punto 13;
  17. non riesco a trovare una soluzione logica al mio dilemma fumare è bene/spacciare è stupido, quindi continuerò a pensarla così;
  18. farsi strisce di coca alle feste dall'altra parte dell'oceano non significa studiare fotografia;
  19. anche se sembra una frase fatta, non mi piace chi si compra il futuro;
  20. se il punto 18 ti sembra moralista, fottiti. Lo dico per senso etico, non per morale.
mosic

14 commenti:

  1. 1) sì, giusto
    2) sì, giusto, ma devi essere sicuro che sia casa tua
    3) sì, è un lavoro. e non sono un artista.
    4) no, ma se ti impegni il tempo lo trovi
    5) in media, questo punto è idiota.
    6) giusto
    7) inutile rispondere a questa domanda, visto che ogni cosa è dall'uomo misurata in funzione di se stesso e anche i numeri non sono altro che convenzioni. tutto è una sega mentale, tranne il sesso.
    8) dillo a Leibniz o Cartesio, pirla.
    9) si dice ascoltare
    10) GIUSTO
    11) in media il genere umano nel suo complesso è stupido
    12) non capisco il riferimento alla 10
    13) e viceversa
    14) quoto. ma diaz è brutto
    15) io a capitan america ho sboccato.
    16) mo' ariva.
    17) mi fa piacere
    18) può darsi, ma una cosa non esclude l'altra. voglio dire, anche succhiare cazzi dall'altra parte dell'oceano non è studiare fotografia, eppure immagino che anche qualche studente di fotografia faccia pompini.
    19) tipo la juve?
    20) ok.

    bella cosa, però, il dialogo. bello, bravo mosic.

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  2. lascio solo un commento al punto 18. Che siano fotografi o cocainomani, al di là dell'oceano ci sono più feste, e quindi più gente che fa i pompini....

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  3. 8) infatti Leibniz era un gran figo. e definirlo filosofo è ampiamente riduttivo. "è stato un matematico, filosofo, scienziato, logico, glottoteta, diplomatico, giurista, storico, magistrato e bibliotecario tedesco". Ha sviluppato il calcolo infinitesimale e introdotto il concetto di integrale. sti cazzi uno dirà, ma è tanta roba. Leibniz è anche sui libri di matematica.

    anche Cartesio era un matematico.

    Non si pensi che io giudichi una persona in base al fatto che conoscesse la matematica.

    Ma è solo per dire che erano persone di un certo spessore culturale, con un background notevole.
    Anche Popper è un filosofo. ma quando parla di filosofia della scienza sa di cosa parla, ha studiato quello di cui parla. quando parlo di filosofo, e forse non mi sono spiegato, parlo del filoso "puro", ovverosia colui che ha studiato solo ed esclusivamente altri filosofi. All'epoca di Leibniz non esisteva una figura del genere. Leibniz aveva una cultura enorme, smisurata, e certo aveva studiato i filosofi a lui precedenti(spesso ma non sempre gente di un certo spessore), ma aveva studiato anche la scienza del tempo, la matematica, la storia, la legge ecc ecc. e in alcuni di questi campi ha portato innovazione.

    ecco in termini di cultura non paragonerei leibniz a uno studente di filosofia.
    la differenza si potrebbe riassumere così: uno parla di quanto ha studiato e ne trae una filosofia, l'altro parla di persone che hanno studiato, si son fatte delle idee e ne fanno filosofia, senza aver la possibilità di comprendere
    a fondo quello che studiano.
    Ad esempio il metodo di cartesio non è frutto di un colpo di genio, ma della razionalizzazione di quanto aveva studiato e appreso, di certo non solo leggendo altri filosofi.

    « Volendo seriamente ricercare la verità delle cose, non si deve scegliere una scienza particolare, infatti esse sono tutte connesse tra loro e dipendenti l'una dall'altra. Si deve piuttosto pensare soltanto ad aumentare il lume naturale della ragione, non per risolvere questa o quella difficoltà di scuola, ma perché in ogni circostanza della vita l'intelletto indichi alla volontà ciò che si debba scegliere; e ben presto ci si meraviglierà di aver fatto progressi di gran lunga maggiori di coloro che si interessano alle cose particolari e di aver ottenuto non soltanto le stesse cose da altri desiderate, ma anche più profonde di quanto essi stessi possano attendersi »

    peccato che il succo del discorso non sia tutt'oggi compreso ne accettato.

    forse ci potevo fare un altro post.

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    1. Non è quasi mai esistito il filoso "puro". Sostanzialmente, e in particolare nel Novecento, è stata la progressiva specializzazione dei saperi (vedi a riguardo, per quel che ne so, Husserl - che era matematico - e la sua Krisis e Ortega, La rebeliòn de las masas) a far perdere quella visione d'insieme che un tempo i filosofi sostanzialmente possedevano. Motivo per cui, tra l'altro, la figura dell'intellettuale oggi non esiste più, tristemente sostituita dall'opinionista - leggi Barbara D'urso.
      Poi sulla preparazione universitaria credo che una laurea in Filosofia preparata come si deve sia già una gran faticaccia, tanto quanto una qualsiasi laurea scientifica. Sta poi a ogni singolo studente rimboccarsi le maniche e aprirsi, per quanto possibile, ad altri campi del sapere (e se lo devono fare gli studenti di filosofia, perchè quelli di altre facoltà no?????). Ben venga, credo, il cosiddetto "lavoro d'èquipe", anche se spesso la chiusura mentale è uno scoglio insormontabile. Non penso sia facile un dialogo tra le due parti (umanistica e scientifica), ma bollare come idiota il discorso della superiorità di una sull'altra sarebbe già un gran bel punto di partenza.
      Poi, Simo ti giuro che torno a To e leggo Bellone!!!!
      Andre (sono anonimo perchè non capivo come cazzo fare per pubblicare)

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    2. Husserl ha studiato matematica a berlino e aveva come professori Weierstrass e Kronecker. QUalsiasi libro di analisi ha dentro teoremi che portano i loro nomi, tanto per dire. L'osservazione sulla difficoltà media ovviamente non considera lo studente eccelso, che si tira un culo come una casa perchè crede sia giusto/vuole farlo/non sa fare diversamente, ma riflette soltanto la realtà di adesso, in cui in alcune facoltà un 22 non fai sta fatica a prenderlo, in altre il 22 ti viene fatto sudare sette camicie. tutto questo senza dire è giusto o sbagliato, ma è così.

      Leggi bellone, cosi ti convinci che anche dal lato oscuro della forza ci sono persone che ragionano, e che si battono perchè non vi siano due parti, umanistica e scientifica, ma una sola, in generale cultura.

      solo un ultima cosa: la specializzazione dei saperi ha portato a un ramificarsi infinito delle varie discipline. eppure ne rimane una che pensa di essere il tronco dell'albero, di poterle controllare, e sopratutto di poterle capire senza studiarle. di quale disciplina sto parlando?
      e purtroppo questo problema è implicito nell'idea stessa di creare una facoltà di filosofia oggi.
      Ed è il problema più grande.

      Conclusioni: non è che ogni campo della filosofia sia da prendere e buttare e amen, non voglio sostenere questo. vorrei solo che ci si interrogasse sulla figura professionale o intellettuale o come diavolo la vogliamo chiamare che esce dalla facoltà di filosofia oggi, che pregi ha e che difetti ha. Se ne abbiamo bisogno. se ha senso chiedersi se ne abbiamo bisogno. Se rispondesse un "filosofando" sarebbe carino.

      Simo[non sono anonimo perchè so come fare]

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    3. Sulla storia del 22 penso questo:in una facoltà scientifica, sbagliato un calcolo si sbaglia tutto un esercizio; non compresa una regola non si va avanti. In una facoltà umanistica le cose non vanno generalmente così, anche perchè gli esami dovrebbero essere in linea di massima orali. Poi, data la mia esperienza, vedo che rispetto al passato - e penso al liceo classico di Torino D'Azeglio da cui sono usciti i vari Bobbio, Pavese, Ginzburg, Mila ecc.. e dove insegnava Augusto Monti - il livello medio è crollato, non so in campo scientifico.
      Su Bellone certo, sono convinto ce ne siano tante, per fortuna, di "persone del lato oscuro" che si battono per una cultura generale, così come ci sono tanti umanisti consapevoli dell'importanza della non separazione dei vari campi del sapere.
      La filosofia, solo questo, non ha mai controllato nulla, tanto meno la scienza, che semmai è alla totale mercè della politica (così come la filosofia quando si converte in ideologia al servizio di un potere). Il COME vengono utilizzate certe scoperte scientifiche credo sia un punto cruciale. Poi, credo sia legittimo, da parte di un filosofo, giudicare certe conseguenze riguardanti la scienza senza conoscerne per forza i meccanismi. Lo scienziato si potrebbe anche preoccupare - con un'apertura tutta umanistica - del come verrà utilizzato ciò che ha scoperto o ciò su cui sta lavorando. Il filosofo ha tutto il diritto di osservarne le conseguenze e giudicare, previa informazione approfondita, come ogni studioso degno deve fare.
      Sul filosofo oggi: credo che un prof di filosofia possa insegnare più di ogni altro a PENSARE, a un sapere critico e riflessivo, che oggi è del tutto estinto o quantomeno si sta estinguendo. E un intellettuale può essere una figura rivelante schierata contro il potere. E le domande della ricerca filosofica sono domande che sempre toccheranno a fondo qualsiasi essere umano degno di questo nome. Parlo di un "intellettuale-filosofo" come lo vorrei io, ovviamente, poi la storia di ognuno è una pagina a sè. Ma chi sostiene che la filosofia non serve che è inutile, può evitare di parlare perchè è evidente che di filosofia non sa un cazzo. Così come chi reputa la filosofia un sapere superiore e dominante.
      Filosofia, scienza e politica dovrebbero essere in continuo dialogo e puntare sempre a un sapere trasversale in grado di investire tutti i campi dell'esistere. Oggi più che mai (rischi: filosofia come pippa mentale/ideologia, scienza come fede cieca nel progresso/tecnocrazia, politica come... ehm, quella di oggi:(

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    4. rispondero con un altro post. potrebbe volerci del tempo ma lo faro

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    5. Ti aspetto già caldo. Perdona i refusi ma dopo tre parole mi si incrociano gli occhi!!!!!

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  4. 12) il riferimento era sbagliato, era alla 10.

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  5. 18) non sempre prima di dormire sono rigoroso nei miei ragionamenti.

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  6. Non per essere ripetitivo, ma fare un post no?

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  7. @mosic: pensi decisamente troppo! :-P

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