martedì 5 luglio 2011

Scontri in val di Susa

                                                3 Luglio 2011 Val di Susa, da qualche parte nei boschi

La rivolta tra le dita

che puzzavano te l'avevano detto tutti, ma adesso che la nube ti ha circondato vomiti senza nemmeno renderti conto. E' la cosa peggiore che tu abbia mai sentito. Le gambe ti cedono di schianto e frani a terra, ecco, stai morendo. Doveva succedere, sta succedendo, amen. A niente è servito il fazzoletto di stoffa bagnato di limone che ti sei legato sulla faccia. Morto soffocato nella rivolta, ti sembra una fine un po' del cazzo. Un ultimo pensiero va ai suoi occhi che non ti vedranno. Senti qualcuno che tossisce, altri che corrono via, nel momento del pericolo gli umani sono tra gli ultimi di cui fidarsi.
Una sagoma ti solleva da terra come se non avessi peso, ti prende ti mette sulla spalla, più che una spalla è un letto, l'uomo con le spalle più grosse del mondo. Se fossi cosciente forse sorrideresti, un secondo solo, fino a capire che le sue larghe spalle dove sei comodamente accartocciato sono quelle di un poliziotto. Di bene in meglio. Uscito dalla nube vieni gettato di nuovo a terra, l'uomo si allontana come se niente fosse e tu ti trovi nuovamente a sputare saliva biancastra e appiccicosa. Non c'è tempo per pensare, ti ritrovi a correre incespicando verso qualche parte che non sia lì. Senti i rumori come nei servizi dei telegiornali, quelli degli inviati dalle zone di guerra, tutto sembra finto tanto è vero. Riconosci un tipo con il cappuccio, provi a corrergli dietro, avanza a scatti rapidi tra gli alberi in leggera salita, quando gli sei vicino si gira di scatto e ti molla un pugno nello stomaco, sei di nuovo a terra, un'abitudine ormai. Il tizio ti riconosce ti chiede scusa, cerca di darti una mano per farti rialzare. L'aria non ne vuole sapere di entrare nei tuoi polmoni, tossisci e non esce niente – Respira dai- il tipo è così deciso che torni a respirare più per lui che per te. Ti dice come stai, forse ha visto il vomito e gli occhi fuori dalle orbite, ma quelli lui non lo sa che ce li hai anche da sano. -Se sei ancora intero vieni con me, ti porto dagli altri.- Parlare è ancora troppo ma fai un cenno con la testa. Salite ancora un po' nel bosco zigzagando quatti quatti e cominciate ad arrampicarvi su delle rocce, forse è così che si sentivano i partigiani pensi e ti senti stupido, ma proprio non puoi fare a meno di pensarci. Creare sentieri nei boschi, diffidare da tutti, sono parole che colleghi a una lotta ma questa anche se possiede tutti gli elementi è diversa nella sostanza, non riesci a capirlo, ti mancano dei pezzi. Arrivi dove sono tutti, c'è anche la sua bellezza sgraziata, buttata in mezzo agli altri.
Mi siedo vicino a lei senza vergognarmi del mio stato. Vorrei dirle un sacco di cose, proteggerla, ci sarò io, insieme resisteremo, sconfiggeremo questa intollerabile ingiustizia. Ma non ce la faccio, riesco solo a guardarla forte negli occhi.
-Lo fai per per amore o perché ci credi?- mi esce di botto
Mi guarda per niente sorpresa. -Io ci credo, e tu?-
-Io mi sa che lo faccio per amore-
Non arretra -E per amore di chi?-
-Mi sa che centri qualcosa tu...-

E' stato il bacio più sofferto che avessi mai sperato.

-E' stata una giornata davvero estenuante, lancio fittissimo di fumogeni, è tutto il giorno che si sente solo l'odore acre che rende l'aria irrespirabile, sembra di essere in guerra, è una cosa indescrivibile, i fronti sembrano essere tre, confermare la presenza dei black block è difficile, non si sa come definirli un gruppo di ragazzi è apparso, completamente vestiti di nero...
(Radio Capital cronaca dell'inviato Angelo Raffino)
                                                                                                               APino

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